L’accordo USA-Ucraina per il cessate il fuoco

Ucraina e USA: cessate il fuoco in Arabia saudita
Mussolini, Hitler, Schmidt e Chamberlain a Monaco (1938) | Foto: Bundesarchiv 146-1970-052-24

L’accordo fra Stati uniti e Ucraina in Arabia saudita per il cessate il fuoco tra Ucraina e Russia. Le anomalie della tornata negoziale. I punti che non convincono o restano aperti. Gli obiettivi della Russia e la questione della guerra di aggressione, sulla scorta dei precedenti atti di Vladimir Putin. Intenzioni e ruolo degli Stati uniti, ormai allineati alle esigenze della Russia. Cosa risponderà Mosca?


[>Deutsche Fassung] – Chi legge la dichiarazione congiunta uscita dopo i negoziati tra Stati Uniti e Ucraina in Arabia Saudita vi respira molta aria fritta. Punti che non convincono:

(1) Un cessate il fuoco va preteso dall’aggressore; qui, invece, si chiede all’aggredito di rinunciare all’autodifesa, a condizione che l’aggressore cessi le sue attività. La filosofia di questo approccio è falsa e grossolana. L’idea di fondo è sempre la stessa: l’Ucraina è ritenuta responsabile della guerra; perciò, deve fare per prima un passo indietro.

(2) Un cessate il fuoco non significa la fine della guerra. Una guerra di aggressione termina quando l’aggressore rinuncia ai suoi obiettivi. Gli obiettivi della Russia sono ben noti e sono documentati in 30 anni di dottrina di politica estera di Mosca. Dal 2007/8 (Conferenza sulla sicurezza di Monaco / attacco alla Georgia), Putin guida la Russia con coerenza verso questi obiettivi. Non si vede – nemmeno nel cessate il fuoco – alcun segnale che il presidente russo vi abbia rinunciato. Se così fosse, avrebbe ritirato da tempo le sue truppe dall’Ucraina e dalla Georgia.

(3) Gli Stati uniti riprendono gli aiuti militari all’Ucraina. Bene, ma in cambio di cosa? La disponibilità di Zelensky a sospendere i combattimenti non motiva alcuna ricompensa, l’Ucraina non ha attaccato nessuno, si sta difendendo. Le motivazioni di questa decisione possono essere due: a) in cambio della ripresa degli aiuti militari, gli ucraini hanno accettato di fare concessioni non ancora rese pubbliche; b) Trump ha riconosciuto nella sospensione degli aiuti all’Ucraina l’imbarazzante errore che è stata. Ritengo possibile che Trump sperasse in un’ondata di consensi. Ha ricevuto urla di indignazione. Importante: gli aiuti militari restano una leva di ricatto, nelle mani di Trump.

Legga anche: >Scontro Zelensky-Trump: analisi e conseguenze

Ucraina, accordo sul cessate il fuoco: le domande senza risposta

(4) Interrogativi senza risposta: chi controllerà il cessate il fuoco e come? Cosa accadrà, in caso di violazione della tregua? Gli Stati uniti useranno l’eventuale tregua come pretesto per imporre un cambio al potere in Ucraina, su mandato della Russia?

(5) «Il cessate il fuoco è cosa buona e giusta, salva vite umane!» Sciocchezze per benpensanti. Un cessate il fuoco può salvare vite oggi e ucciderne il doppio domani. Per salvare vite serve la fine della guerra, ma non l’abbiamo.

Cosa risponderà ora la Russia? Singole dichiarazioni pronunciate in varie circostanze, in questi giorni, non sono significative (stato: 15.3.2025). Azzardo una previsione: Putin non darà risposte chiare, né sì né no, e porrà sue condizioni. Mosca ha bisogno proprio di ciò che gli Stati uniti hanno negoziato in Arabia Saudita, in veste di portatori degli interessi di Putin: tempo per riarmarsi.

La situazione sul fronte si calmerà, partirà un colpo ogni tanto. Non si muoverà nulla di significativo: sarà una riedizione dello scenario post-Minsk II (2015) e post-Monaco (1938). La revoca parziale delle sanzioni prevista dall’amministrazione Trump darà un’ulteriore spinta al riarmo russo. In un periodo che gli esperti di sicurezza stimano tra uno e tre anni, la Russia attaccherà (di nuovo) la stessa Ucraina e Stati NATO verso ovest.

L’ex ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer ha illustrato la posizione dell’Europa in questa congiuntura in una risposta fulminante: «Avverto chi pensa che abbiamo ancora cinque minuti: non li abbiamo.»

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Luca Lovisolo

Lavoro come ricercatore indipendente in diritto e relazioni internazionali. Il mio corso «Capire l'attualità internazionale» accompagna chi desidera comprendere meglio i fatti del mondo. Con il corso «Il diritto per tradurre» comunico le competenze giuridiche necessarie per tradurre testi legali da o verso la lingua italiana.

Commenti

  1. Fausto Mescolini says:

    Salve Luca,
    Ma é davvero pensabile che la Russia prima o poi attacchi un paese della Nato, con la.conseguente reazione di tutti gli altri paesi dell”alleanza?
    Grazie

    • Luca Lovisolo says:

      Buongiorno Fausto,

      Che la Russia, più prima che poi, attacchi un Paese NATO non è solo pensabile, è certo. Meno certa, anzi ormai pallida sino a farsi invisibile, è la prospettiva che tutti o almeno alcuni Paesi NATO, in particolare gli USA, onorino l’impegno di reagire collettivamente, come stabilito dal trattato di alleanza. Cordiali saluti. LL

      • Fausto Mescolini says:

        Scusi se insisto, purtroppo ho fatto una domanda chiusa. Su quali basi pensa che la Nato non risponderà?
        Avrà capito che non sono del tutto favorevole a questo proclamato piano di riarmo dalla cifra sparata forse a caso. Per le armi (e le banche) non ci sono parametri e vincoli di bilancio che tengano.

        • Luca Lovisolo says:

          La NATO fonda la sua capacità di deterrenza sull’unità politica fra gli Stati membri: se uno viene attaccato, gli altri devono avere la forza politica di convincere i loro parlamenti a votare l’invio di truppe sul terreno in difesa dello Stato aggredito. In tutto ciò, gli USA hanno un ruolo propositivo e organizzativo essenziale. Questa solidarietà politica si è dissolta da tempo; l’arrivo di Donald Trump, con atti e dichiarazioni, l’ha ridotta al lumicino; il trattamento riservato all’Ucraina l’ha spenta del tutto.

          Quanto agli armamenti: l’Europa si difende con armi che dipendono in larga misura da forniture USA, anche per quanto riguarda l’aggiornamento dei software e la fornitura di componenti. In alcuni ambiti di difesa, oggi il materiare USA non è sostituibile. Ciò significa che la capacità di difesa europea dipende dagli umori degli Stati uniti. Per questo motivo, la Germania sta valutando di recedere da un contratto di fornitura di aviogetti militari, poiché il venir meno della fiducia politica nel Paese più influente della NATO mette in forse la possibilità di impiego operativo di quei velivoli in base a decisioni indipendenti dalle volontà USA. Come vede, la questione della difesa non dipende dalle opinioni che io o Lei possiamo avere nel merito e non è nemmeno legata alla figura transeunte di Donald Trump.

          Non c’è solo la Russia, a minacciare. Si dimentica sempre che missili iraniani sono già in grado di raggiungere alcune regioni del Sud Europa. Non ci sono molte alternative alla costituzione di una difesa europea efficace, costosa, ma indipendente dagli USA. Le possibilità ci sono, bisogna smettere di fare chiacchiere.

  2. Maria Giovanna Rinaldi says:

    Per fugare dubbi e trovare una risposta alle molte domande che vengono poste su questo tema, mi permetto di consigliare la lettura de “Gli imperi non vogliono morire”. Oltre a fare chiarezza in quest’epoca di nebuloso opportunismo, è anche una piacevole lettura, consigliabilissima, ancor più se si lavora con le lingue.

    • Luca Lovisolo says:

      Molte grazie per il Suo apprezzamento verso il mio nuovo libro. LL

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Luca Lovisolo

Lavoro come ricercatore indipendente in diritto e relazioni internazionali. Con le mie analisi e i miei corsi accompagno a comprendere l'attualità globale chi vive e lavora in contesti internazionali.

Tengo corsi di traduzione giuridica rivolti a chi traduce, da o verso la lingua italiana, i testi legali utilizzati nelle relazioni internazionali fra persone, imprese e organi di giustizia.

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