La prevalenza in Slovacchia di Robert Fico (pronuncia: Fizo) rafforza le voci sul futuro del sostegno all’Ucraina, già circolate dopo i dissensi con la Polonia e la presunta sospensione degli aiuti dagli Stati uniti.
Fico è orientato in senso filorusso. Se formerà un governo, sembra però difficile che ciò possa influenzare gli aiuti all’Ucraina. Come osserva anche la giornalista slovacca Katarina Tonková, la Slovacchia ha già consegnato a Kyiv ogni armamento possibile. Lo stesso dicasi per la Polonia. Le dichiarazioni da Varsavia sono state male interpretate per una errata traduzione e perché citate fuori contesto. Anche la Polonia è stata fra i primi a fornire armi all’Ucraina e sta esaurendo le sue possibilità. Kyiv non potrà più contare come finora su questi Paesi. La causa, però, non è l’orientamento soggettivo dei loro dirigenti, bensì la situazione oggettiva dei loro arsenali.
Quanto agli Stati uniti, non è vero che il Congresso cancellerà gli aiuti all’Ucraina. Con un insolito provvedimento trasversale, i deputati hanno anzi confermato ieri in modo esplicito il loro sostegno. L’americanista Aleksandra Filipenko, in una dettagliata intervista alla TV in lingua russa Dožd’ (non controllata da Mosca), ha descritto come lo scontro di politica interna USA stia causando la sospensione di un provvedimento, ma non delle forniture. Non si vedono al momento possibilità concrete che gli aiuti cessino.
Le conseguenze di questi fatti devono essere relativizzate, sebbene i media tendano a ingigantirle. Vi sono piuttosto altre situazioni che richiedono attenzione. Il ruolo della propaganda russa nel definire l’opinione pubblica occidentale; le presidenziali USA 2024, non solo per l’Ucraina ma per la relazione complessiva tra Stati uniti ed Europa; la Germania, dove cresce la destra filorussa per effetto delle migrazioni incontrollate e non si comprende perché il cancelliere Scholz rifiuti ancora di fornire a Kyiv missili a lunga gittata.