
Il piano di Donald Trump per l’Ucraina può essere valutato secondo questi elementi: eventuali cessioni territoriali da parte ucraina; la validità dei confini ucraini e le dichiarazioni del segretario alla difesa USA; la possibilità dell’Ucraina e degli alleati di vincere la guerra; il significato delle «garanzie di sicurezza» per l’Ucraina e il ruolo dell’Europa. Infine, una considerazione sulla situazione presente.
[>Deutsche Fassung] Il piano di Donald Trump per porre fine alla guerra in Ucraina non è noto nei dettagli. È importante evitare ipotesi infondate e sottolineare invece i principi utili a una corretta classificazione di ciò che accadrà.
Cessioni di territorio. Non vi è alcuna ragione giuridica per la quale l’Ucraina debba cedere propri territori. I confini dell’Ucraina sono senza dubbio quelli del 1991, stabiliti secondo il principio dell’uti possidetis e riconosciuti dalla stessa Russia più volte fino al 2014. Parlo più diffusamente di questo aspetto nel mio nuovo libro «Gli imperi non vogliono morire» (>qui).
La dichiarazione del nuovo segretario alla difesa statunitense Pete Hegseth, secondo cui l’Ucraina dovrebbe accettare cessioni territoriali, viola il divieto dell’uso della forza e il principio dell’integrità territoriale, pilastri del diritto internazionale vigente. Le dichiarazioni di Hegseth sconfessano la Carta delle Nazioni unite, poiché quest’ultima si fonda su tali principi. Non meno ripugnante è che Stati uniti e Russia dispongano tra sé del destino di uno Stato terzo.
Hegseth ritiene che l’Ucraina debba cedere territori, perché riconquistarli vincendo la guerra non sarebbe realistico. Anche questa affermazione è falsa. Nei tre anni di ostilità si sono prodotte diverse situazioni in cui l’Ucraina e gli alleati occidentali avrebbero potuto vincere la guerra senza sforzo. Potrebbero vincerla anche oggi, se solo ne avessero la volontà politica.
Piano Trump e guerra ucraina: le «garanzie di sicurezza»
Come europei non possiamo fornire garanzie concrete di sicurezza all’Ucraina. Garantire la sicurezza significa costituire un deterrente contro nuovi attacchi da parte della Russia. Il fronte di guerra si estende per 1300 chilometri. Non abbiamo soldati e armamenti a sufficienza, per costituire un deterrente credibile su un fronte di tale lunghezza. Sarebbe già molto difficile dispiegare una presenza militare simbolica sulla linea di contatto. Quando la Russia vorrà continuare la sua aggressione contro l’Occidente, i suoi carri calpesteranno le nostre deboli posizioni come nidi di vespe. Che la Russia intenda proseguire la marcia verso Occidente non è un’ipotesi, è un dato accertato.
Legga anche: >Davvero l’Ucraina perde la guerra? La situazione |
Noi e il mondo intero dobbiamo l’imbarazzante posizione dell’Europa e dell’Ucraina sullo scenario che si sta delineando alla debolezza di molti dirigenti, in particolare di due figure chiave: l’amministrazione statunitense di Joe Biden e il governo tedesco di Olaf Schlolz. Hanno brillato nelle parole, ma la loro azione non ha corrisposto alle dichiarazioni.
Alla luce di questi sviluppi, la Conferenza internazionale sulla sicurezza di Monaco di Baviera, il prossimo fine settimana, è più attesa che mai. Ulteriori valutazioni saranno possibili solo nei giorni a venire.
Elena Borsa says:
Buongiorno Luca.
Il tuo articolo mette giustamente l’accento sulle norme del diritto internazionale, che al momento sembrano l’unico argine alla degradazione dei rapporti tra stati e al trionfo della legge del più forte. Quando scrivi che le intenzioni della Russia di “proseguire la sua marcia verso l’Occidente” sono un fatto acclarato, a cosa ti riferisci esattamente? In cosa potrebbe consistere questa “marcia” ? Quali sono le dichiarazioni pubbliche e le fonti a riguardo? Grazie
Luca Lovisolo says:
Ciao Elena,
Le fonti sono in trent´anni di dottrina russa delle relazioni internazionali, sin dalla metà circa del primo mandato Eltsin, largamente ignorate dalla politica occidentale. Per non fare lunghi riassunti qui, ti rimando a >questo articolo e a >quest’altro, così puoi leggerli con calma. In concreto e in brevitate sermonis: se si permette a Putin di stabilizzare il fronte in Ucraina, fermando i combattimenti e conquistando terreno, avrà tempo di riarmarsi e attaccherà, oltre ogni ragionevole dubbio, la Moldova e i Baltici. Già oggi, la difesa collettiva della NATO ha perso gran parte della sua credibilità, a causa delle dichiarazioni di Trump, che promette addirittura di aggredire un alleato come la Danimarca per accaparrarsi la Groenlandia. Nonostante le belle parole del segretario generale NATO Rutte, nessuno sa cosa succederebbe davvero, se la Russia attaccasse un Paese NATO dell’Est Europa. Putin ne è ben consapevole: non per nulla ha cominciato ad ammassare truppe al confine ucraino, per poi lanciare l’invasione, dopo il disastro del ritiro USA dall’Afghanistan (estate 2021), che ha mostrato il marasma in cui è caduta la politica internazionale dell’Occidente, ben prima di Trump I e Trump II (della questione Afghanistan parlo >qui).
Bisogna seguire ad horas ciò che accadrà nelle prossime settimane. I segnali sono pessimi. In queste ore, Trump ha fatto una dichiarazione significativa: la Russia, a suo dire, si merita di ottenere i territori ucraini che ha occupato, perché li ha conquistati pagandoli con molti morti e spese ingenti. Questo è il modo in cui si gestivano le relazioni internazionali prima delle due Guerre mondiali: premiando il più forte che aggrediva chiunque per le sue mire territoriali, senz’altra legge se non quella del più forte. Solo l’affermarsi del divieto di uso della forza e del principio di integrità territoriale, dopo la Seconda guerra mondiale, ha impedito che si tornasse a quella logica. Oggi, però, il ministro della difesa degli Stati uniti (non un chiunque!) dichiara senza remore di ignorare questi principi, come ho spiegato nell’articolo qui sopra.
L’altra marcia verso Ovest della Russia è quella politica. Hai visto cosa è successo in Moldova e Georgia. In Romania, i filorussi non solo sono riusciti a falsificare le elezioni presidenziali, ma l’altro ieri hanno obbligato alle dimissioni il presidente della Repubblica: non aveva nessun motivo costituzionale di dimettersi, nonostante l’annullamento e rinvio delle elezioni, già regolarmente messe in calendario per maggio. In Austria, un partito filorusso è ago della bilancia nella formazione del governo, fallita un’ennesima volta ieri; in Francia le estreme destre ed estreme sinistre, entrambe fedeli a Mosca, hanno in mano il destino di qualunque governo che Macron voglia installare: se votano insieme, come hanno già fatto una volta, fanno cadere qualunque esecutivo.
L’alleanza fra Russia e USA rafforzerà queste deviazioni. Solo grazie a X, l’amministrazione Trump è in grado di controllare i messaggi che giungono alle opinioni pubbliche, senza che gli Stati riescano a porre argini efficaci. La falsificazione delle elezioni romene è avvenuta in larga misura attraverso TikTok partendo da reti originate in Russia, è dimostrato dalle relazioni tecniche. Non dico altro, ma credo che ce ne sia abbastanza, per spiegare cosa intendo con “Marcia verso ovest” della Russia. Grazie per l’attenzione. LL
Elena says:
Grazie mille.
Purtroppo da parte europea non sembra esserci una piena consapevolezza di quanto siano deboli e a rischio le nostre democrazie in questo momento. Le cause sono numerose e complesse, ma se ciascuno cominciasse da suo pezzettino… Ma la vedo dura. Grazie ancora
Giovanna Rinaldi says:
«Che la Russia intenda proseguire la marcia verso Occidente non è un’ipotesi, è un dato accertato» Questa è la realtà, negata per malafede o per comodità. Si sente spesso ripetere che «Trump porrà finalmente fine alla guerra in Ucraina,» un’affermazione che farebbe quasi ridere se non fosse così grave il pericolo che corriamo. Grazie per il suo instancabile lavoro di ricerca, non vedo l’ora di ricevere questo suo ultimo libro!
Luca Lovisolo says:
Purtroppo, questo è il mondo che abbiamo. Grazie per il Suo apprezzamento e per aver acquistato il libro. Sarò lieto di leggere la Sua recensione su Amazon, se avrà il tempo di lasciarla.
Ylenia says:
Siamo sull’orlo dell’abisso. Non avrei mai creduto di vivere un momento del genere in Europa.
Luca Lovisolo says:
Condivido constatazione e preoccupazione.
Paolo says:
“Che la Russia intenda proseguire la marcia verso Occidente non è un’ipotesi, è un dato accertato.”
In base a quali dati oggettivi? O esistono solo sensazioni?
Luca Lovisolo says:
Non scrivo «sensazioni.» Legga la risposta che ho dato al commento poco sopra il Suo (già presente prima che scrivesse Lei) e, se non Le basta, legga gli articoli ai quali rimando nella risposta stessa. Devo meravigliarmi ogni volta della beata inconsapevolezza che regna su ciò che sta accadendo in Russia, contro gli interessi dell’Europa. Non bastano nemmeno i bombardamenti sull’Ucraina, i cavi tagliati nel Baltico, le elezioni truccate, le pressioni illecite della Russia sui politici europei di ogni latitudine. E’ tutto alla luce del sole, la Russia non si preoccupa nemmeno di nascondersi, ma se si prova a ricordare l’evidente, non passano cinque minuti che emerge qualcuno che chiede «dati oggettivi,» quando è chi nega l’evidenza, che dovrebbe provare le sue dichiarazioni. Cosa deve succedere? Piovere un drone russo carico di esplosivo sul Colosseo, per far aprire gli occhi? Non basterebbe neppure quello, forse.
Giuseppe Condello says:
Condivido la Sua analisi. Il punto che Lei mette in rilievo è la palese violazione del diritto internazionale e della Carta dell’ONU. A dire il vero, se si lasciasse partita vinta alle ragioni dei russi, ad esempio col riconoscimento dei territori conquistati, ciò rappresenterebbe un precedente pericoloso, come ad esempio il fatto che il principio di autodeterminazione dei popoli e la sovranità politico-territoriale varrebbero relativamente. E’ pericoloso il modo in cui la questione ucraina viene approcciata in questo esordio dell’amministrazione Trump e che lascia intendere il filo diretto con Putin, ma la messa in discussione degli interessi ucraini. Ma sembra che per avere una sorta di protettorato sull’Ucraina l’amministrazione Trump punti alle terre rare. Una leva importante, ma che non scioglie per il povero popolo ucraino il nodo politico e militare futuro: chi garantirà che non ci sarà un nuovo attacco dei russi? Chi sarà disposto in America (terre rare o no) e in Europa a morire per gli Ucraini?
Penso che proprio Biden e il governo tedesco avrebbero potuto fare di più. E’ mancato il coraggio? Ora rimane una Unione Europea marginalizzata, una Russia di Putin che Trump vuole di nuovo ammessa al G7 e come dire: il precedente varrà purtroppo. La Russia, grazie all’utilizzo della violenza e all’aver scatenato il più grave e sanguinoso conflitto dalla Seconda guerra mondiale, avrà avuto riconosciuto il suo ruolo di superpotenza. Una delle cose a cui anelava Putin, e contestava all’Occidente di averlo marginalizzato. Dov’è la lotta per la libertà e la democrazia? Vedremo quale sarà il piano di Trump, ma si rischia una sorta di capitolazione delle democrazie occidentali per lassismo o paura, perché prevale il “non ce ne frega niente” tra una notevole parte dell’elettorato americano ed europeo, e allora speriamo che Putin non abbia intenzione un giorno di scatenare la minaccia nucleare a tutto spiano contro l’Europa. E se Trump considera l’Unione Europea una nemica, Putin si farà ancora più forte. Vedremo le mosse di Trump e le giudicheremo. Ma una domanda mi preme farle: in questa attuale situazione, quale ruolo possono giocare le nazioni dell’Est Europa e, in particolare, la Polonia? Tranne l’Ungheria di Orban, che sappiamo bene che orientamento tende ad avere.
Luca Lovisolo says:
Buongiorno Giuseppe,
Condivido le Sue considerazioni, a cui rispondo in forzata brevità. Nessuno può garantire che non ci sia un nuovo attacco russo, anzi: come ho spiegato nelle risposte sopra e in altri articoli, è sicuro che accadrà, se non si metterà la Russia in condizioni di non nuocere. Non si tratta di «morire per l’Ucraina:» il problema è di tutti. Tra le cose peggiori accadute in questi tre anni di guerra, vi è che la politica e i media non hanno saputo comunicare all’opinione pubblica le conseguenze per noi, di ciò che accade in Ucraina, Georgia, ultimamente anche Romania e Moldova. Così, la popolazione europea continua a pensare che si tratti di questioni che riguardano altri, che devono interessarci tutt’al più per umana solidarietà verso Paesi in guerra o in rivolta.
I Paesi dell’Est Europa possono giocare un ruolo molto importante: nelle istituzioni europee e sulla scena internazionale possono portare una voce decisa e informata su ciò che succede in Russia e sulle intenzioni del Cremlino. La loro storia li mette in condizioni di sapere molto bene come si comporta la Russia. In quei Paesi si parla ancora quasi ovunque anche russo, perciò i politici e la popolazione hanno accesso diretto alle informazioni sui fatti in corso a Mosca. Oggi, alla Conferenza di Monaco, ho assistito a interventi molto interessanti e decisi, da parte di politici dell’Est, come il presidente della Lituania Nauseda e la nuova Rappresentante per la politica estera di sicurezza Ue, Kaja Kallas, già prima ministra dell’Estonia. Stiamo a vedere come si organizzano gli equilibri… Cordiali saluti. LL
Stefano says:
Non sono un esperto di politica internazionale, ma a me la cosa pare piuttosto semplice: Trump sta dicendo a Putin, prenditi pure l’Ucraina, e a XI, prenditi pure Taiwan, ma poi non rompetemi le scatole quando mi prenderò Panama e la Groenlandia, e magari pure Gaza. Per il Canada ho qualche dubbio, sinceramente.
Luca Lovisolo says:
Il principio di base è quello che indica Lei, di massima. Il problema sono le conseguenze di un tale «deal,» come ama chiamarlo Trump. Cordiali saluti. LL
David Davite says:
Grazie per le analisi, oggi riceverò a casa “Gli imperi non vogliono morire”. Viviamo un momento drammatico per l’Europa: è più che mai necessario tenere gli occhi aperti e non rassegnarsi al destino che sembra profilarsi
Luca Lovisolo says:
Grazie a Lei per l’attenzione e per aver acquistato il libro. Se avrà occasione di lasciare una recensione su Amazon ne sarò lieto. Cordiali saluti. LL
Alessandro says:
Buongiorno, esiste la possibilità di acquistare il libro in formato digitale? Vivo fuori Europa ed è difficile da reperire. Grazie
Luca Lovisolo says:
Buongiorno,
Grazie per il Suo interesse. I libri Archomai, per mia scelta editoriale, sono prodotti solo in formato cartaceo. Cordiali saluti.