
Non umiliare la Russia? Il presidente francese Emmanuel Macron si è detto ancora una volta convinto che la Russia non debba essere «umiliata» per le azioni che sta compiendo in Ucraina. L’affermazione ha suscitato vive reazioni contrarie. Può essere utile precisarne la lettura, per non lasciarla alle sensazioni. Dichiarazioni imponderate trasmettono alla Russia un senso di disgregazione dell’Occidente.
L’intento di non umiliare una parte perdente deve essere letto su due piani, quello attuale e quello che si costituirà al termine del conflitto. Sul piano attuale, il proposito di non umiliare la Russia è fuori luogo, dinanzi agli atti a cui assistiamo ogni giorno. Che le azioni belliche, di violenza inqualificabile, siano frutto di volontà deliberata della Russia, è fuori discussione.
Sinché il conflitto perdura e Mosca non riconosce le sue responsabilità, anzi continua a eluderle diffondendo una propaganda di menzogne plateali, non è pensabile offrire vie d’uscita. Offrire modi per lenire il discredito che si è procurata aggredendo l’Ucraina non farà che stimolare la Russia a proseguire nella sua condotta, magari dopo un cessate-il-fuoco concesso a meri fini dilatori, per riorganizzare le truppe, sinora ben poco efficaci.
Non umiliare la Russia: lo scenario alla fine del conflitto
Altro è parlare dello scenario che seguirà alla fine del conflitto: questo presuppone la cessazione dei combattimenti e la cacciata delle truppe russe da tutti i territori ucraini occupati, incluse la Crimea e le regioni del Donbass già preda delle ostilità nel 2014. A ciò dovrà accompagnarsi il riconoscimento delle responsabilità nel conflitto, da parte della Russia.
Le parole di Macron acquistano un senso se riferite ai negoziati che dovranno tenersi in tale fase, per definire le riparazioni che Mosca dovrà versare all’Ucraina e le relazioni postbelliche tra i due Paesi. A quel punto, «non umiliare la Russia» significherà concepire un percorso di reintegrazione di Mosca nell’economia e nella politica globali, a condizioni chiare e controllate.
Il percorso potrebbe essere simile a quello concepito a suo tempo per la Germania alla fine della Seconda guerra mondiale. Ridotta all’inoffensività, la Germania pagò in decenni le riparazioni ai Paesi danneggiati dalle dissennate campagne di Hitler e fu guidata, sotto rigorosa sorveglianza, a reinserirsi nel contesto internazionale.
Al termine della Prima guerra mondiale, con il trattato di Versailles, si era invece fatto il contrario, schiacciando Berlino con condizioni punitive che furono il terreno fertile per la nascita della dittatura nazista.
La dichiarazione di Macron è giustificata unicamente se riferita a uno scenario post-bellico. Si può solo lamentare che politici in così alte posizioni, non solo in Francia, si abbandonino a dichiarazioni imponderate.
Queste trasmettono alla Russia un senso di disgregazione dell’Occidente e suscitano inutili incomprensioni tra Stati occidentali e alleati verso comuni obiettivi.