La guerra in Ucraina: cosa vedono i russi

Unione sovietica: la fine in tre date
Vecchia macchina per scrivere «Moskva» | © Anton Maksimov

Così viene spiegata ai russi la guerra dagli unici media che vedono. Dico alla fine perché dobbiamo saperlo. I reportage si aprono con immagini dalle repubbliche separatiste. I giornalisti attribuiscono i danni agli edifici ai nazionalisti (talvolta nazisti o fascisti) che secondo loro governano l’Ucraina. Intervistano abitanti che si dicono felici dell’arrivo dei russi: ora sono liberi e i prezzi scenderanno.


Gli intervistati sono pressoché tutti anziani, poco istruiti, con forte accento dialettale. E’ il profilo del maggior numero di nostalgici dell’Unione sovietica e oggi favorevoli alla Russia. Non vengono sentite voci alternative, gli intervistati sono quasi sempre gli stessi, nei vari notiziari. Segue l’elenco dei centri conquistati dai russi verso l’interno dell’Ucraina.

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Ovunque, dice un ufficiale russo, i soldati vengono accolti come liberatori (in realtà l’esercito russo lì avanza poco e i villaggi sono visibilmente semideserti). Le immagini delle città ucraine bombardate non vengono mostrate. Fanno eccezione i video che diventano virali e arrivano anche in Russia via Internet. Il telegiornale intervista allora vari «esperti» che spiegano come i missili sulle città vengano lanciati dal governo nazionalista ucraino o da neonazisti, contro la popolazione. Le spiegazioni si rivelano infondate, ma gran parte degli spettatori non ha strumenti per verificare.

Vengono mostrate vie di Kyiv con vetrine rotte e supermercati vuoti. Il giornalista spiega che i disordini sono causati dal governo del presidente Zelenskij: ha fatto distribuire armi a cittadini estremisti che ora terrorizzano la città. Passano le immagini degli ucraini che lasciano il Paese. Secondo il TG russo, fuggono dagli squadristi armati dal governo e per l’isteria dei media occidentali. Le interviste ai profughi sono le stesse che vediamo noi, scaricate dai circuiti internazionali, ma vengono tagliate in modo che non emerga il vero motivo dell’esodo. L’esercito russo, dicono gli ufficiali, non colpisce i civili.

In Russia si fatica a prelevare contante, non si riesce a partire per lavoro o vacanza, negozi e stabilimenti di marchi occidentali chiudono. I russi non capiscono esattamente perché. La TV spiega che l’Occidente è razzista verso i russi (in un caso ho sentito: come Hitler con gli ebrei) e punisce la Russia, che sta lottando per salvare l’Ucraina e l’Europa dai nazisti, è una lotta per la libertà. Il presidente Putin sta firmando decreti a sostegno dell’economia.

L’Unione europea ha ordinato la chiusura delle reti d’informazione russe: taluni gridano alla limitazione di libertà. Le reti in questione diffondo in Europa questi racconti deliranti e ciò non ha nulla a che vedere con la libertà di espressione, è apologia di un crimine. Molti notiziari italiani sono pesantemente influenzati da questa narrazione dei fatti.

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Luca Lovisolo

Lavoro come ricercatore indipendente in diritto e relazioni internazionali. Il mio corso «Capire l'attualità internazionale» accompagna chi desidera comprendere meglio i fatti del mondo. Con il corso «Il diritto per tradurre» comunico le competenze giuridiche necessarie per tradurre testi legali da o verso la lingua italiana.

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