Diventare traduttore di libri: le cose da sapere

Diventare traduttore di libri: la traduzione nel settore editoriale
Tradurre libri: il mondo editoriale | Fiera libraria | © Kate Bezzubet

Diventare traduttore di libri: come entrare nel mondo editoriale proponendo traduzioni alle case editrici. Una delle domande più frequenti, fra coloro che si avvicinano al mondo della traduzione. La traduzione editoriale ha regole proprie, chi vuole affrontarla deve conoscere le dinamiche della professione nel suo complesso. Suggerimenti pratici, la questione dei diritti d’autore e molto altro.


Chi traduce libri si definisce, per esattezza, traduttore editoriale. E’ diffusa anche la definizione di traduttore letterario, ma questa non copre lo spettro completo dei prodotti editoriali. Oltre alla letteratura in senso stretto, infatti, il mondo dell’editoria include la saggistica, la manualistica, i periodici (giornali e riviste, dei generi più diversi) e molto altro.

Altra distinzione da conoscere, per chi aspira a diventare traduttore di libri, è quella fra la traduzione editoriale e tutto il resto del settore della traduzione, che ruota intorno ai tanti generi di traduzione tecnica (anche settoriale o specialistica, termini che includono anche la traduzione di testi giuridici, commerciali e simili). I processi di lavoro sono molto diversi e lo sono anche i modi di accostarsi alla potenziale clientela.

Legga anche: >Quanto guadagna un traduttore freelance

Ciò non significa che il mondo editoriale non richieda anche traduzioni tecniche, ad esempio per la pubblicazione di saggi e manuali. Tradurre libri per l’editoria, d’altra parte, non esclude di tradurre anche in altri ambiti. Non sempre la traduzione editoriale permette di conseguire guadagni sufficienti. Per costruire un’attività che garantisca un’entrata costante, è importante conoscere i meccanismi del mercato nel suo insieme.

Diventare traduttore di libri: la tecnologia, la proposta, i diritti di traduzione

I cambiamenti per i traduttori e il mercato della traduzione
«La Nuova frontiera del traduttore» – Il libro di Luca Lovisolo sui mutamenti della professione

L’uso della tecnologia è sempre più invasivo, anche nel mondo della traduzione. La traduzione automatica e l’intelligenza artificiale hanno compiuto progressi notevoli. Trovano largo impiego nella traduzione tecnica, in particolare per testi ripetitivi e di scarsa pretesa qualitativa. Nel settore editoriale, la traduzione meccanizzata non produce risultati utili. I tentativi di tradurre testi letterari con sistemi automatici producono risultati che richiedono spesso più lavoro per la revisione a occhio umano di quanto ne sarebbe servito per realizzare sin da subito una normale traduzione manuale.

Nonostante ciò, si moltiplicano le voci di chi propone l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per tradurre o addirittura scrivere libri. E’ bene sapere che un esito professionale, sul quale fondare una carriera come traduttori, almeno nel settore editoriale, esclude l’uso di tecnologie automatiche. I testi richiedono un approccio critico e un dominio delle culture di origine e destinazione che le macchine non sono in grado di riprodurre.

E’ importante ricordare che dev’essere il traduttore a proporre libri agli editori, non viceversa. E’ poco utile inviare presentazioni e curriculum alle case editrici, nell’attesa di essere contattati. E’ necessario inviare una proposta di traduzione concreta, tenendo conto di alcuni elementi che si possono sintetizzare in questi tre punti:

  1. Scegliere case editrici la cui linea editoriale sia coerente con il libro che si desidera proporre;
  2. Non inviare mai l’intera traduzione, ma una scheda di lettura con estratti tradotti;
  3. Chiedersi perché l’editore dovrebbe pubblicare il libro e indicare nella proposta una risposta convincente.

L’editore, se interessato a pubblicare, chiarirà la disponibilità dei diritti di traduzione. E’ preferibile che il traduttore svolga qualche accertamento preventivo, anche nel proprio interesse. Se emerge che i diritti non sono disponibili, eviterà di proporre una traduzione non pubblicabile.

La scelta dell’editore, le opportunità di informazione e le alternative

Soprattutto in Italia, è piuttosto normale che gli editori non rispondano alle proposte di traduzione. Ciò può essere molto frustrante, ma non significa che la proposta non sia stata apprezzata. L’editore può avere molti motivi per non pubblicare: dovrebbe rispondere con un cortese diniego, ma non accade quasi mai. Potrebbe però riconsiderare la proposta anche molto tempo dopo.

Una proposta può cadere nel vuoto perché il libro non corrisponde alla linea dell’editore. L’opera da proporre va scelta secondo una motivazione oggettiva, non basta che risponda al gusto del traduttore. La stessa cura va posta nella ricerca di un editore che consideri un valore aggiunto avere quel titolo nel proprio catalogo. Se la proposta «centra» l’editore giusto, avere successo è possibile. Può essere meglio offrire la traduzione di un libro di nicchia a una casa editrice, anche piccola, ma specializzata nella nicchia stessa, anziché proporre libri più generici a grandi editori.

Per conoscere le dinamiche del mercato di lingua italiana possono essere utili le rilevazioni dell’Associazione italiana editori (>AIE) e le fiere di settore (>Salone del libro; >Pisa Book Festival; >Festival della letteratura e traduzione e molti altri). Va ricordato che una casa editrice agisce sempre secondo logiche d’impresa, guardando a vendite e utili, non secondo un puro idealismo intellettuale.

Da non trascurare, infine, la via dell’autopubblicazione. Richiede un certo talento imprenditoriale, ma è praticata anche per le traduzioni (>ne parlo qui). Oltre alle case editrici, il traduttore editoriale può ricercare contatti presso le agenzie letterarie, sapendo però che introdurre un intermediario può ridurre i suoi ricavi.

Legga anche: >Pubblicare una traduzione: i diritti d’autore

Diventare traduttore di libri: la guida completa al mondo della traduzione

Luca Lovisolo, Tredici passi verso il lavoro di traduttore
«Tredici passi verso il lavoro di traduttore» – La guida di Luca Lovisolo

La professione di traduttore richiede un accostamento sempre più professionale. Per conoscerne le dinamiche, ho concentrato nella guida «Tredici passi verso il lavoro di traduttore» trent’anni di esperienza nel settore, come traduttore e formatore (disponibile su Amazon >qui, più dettagli >qui). Un lungo capitolo è dedicato proprio al contatto con le case editrici e al mondo della traduzione editoriale.

Per costruire una carriera come traduttori di libri bisogna saper orientarsi anche negli altri ambiti della professione. Per i traduttori editoriali potrebbero essere interessanti anche la traduzione audiovisiva, ad esempio, oppure la transcreazione di messaggi pubblicitari. La guida dedica spazio a ciascuna di queste aree, per offrire a chi vuole entrare nel mondo della traduzione una visione completa e realistica. Per coloro che desiderano approfondire, illustro in un altro manuale – «La ‘Nuova frontiera’ del traduttore» (>qui) – le sfide più attuali per chi lavora già nel settore. Anche coloro che vi si accostano per le prime volte, però, possono trovarvi spunti utili.

Tra tutti gli ambiti di lavoro praticabili per chi si occupa di traduzioni, il settore editoriale forse non è il più redditizio dal punto di vista economico. Senza dubbio, però, è quello che offre le opportunità più vicine alla sensibilità di chi sceglie di dedicarsi alle lingue e alla parola scritta.

Condivida questo articolo con i Suoi contatti

Luca Lovisolo

Lavoro come ricercatore indipendente in diritto e relazioni internazionali. Il mio corso «Capire l'attualità internazionale» accompagna chi desidera comprendere meglio i fatti del mondo. Con il corso «Il diritto per tradurre» comunico le competenze giuridiche necessarie per tradurre testi legali da o verso la lingua italiana.

Commenti

  1. Jacopo ha detto:

    Buongiorno di nuovo. La ringrazio per la precedente risposta.

    Mi servirebbero (e immagino non solo a me) alcune informazioni sulla parte meramente fiscale (scrivo sotto questo topic perché non ne trovo uno specifico al riguardo).

    Cercando su Internet, leggo che per fare il traduttore editoriale non è necessaria la partita IVA (indipendentemente dai guadagni, senza alcun limite) in quanto sono redditi da diritto d’autore. E che per il pagamento di un libro devo emettere una notula (non una fattura) alla casa editrice, la quale applicherà una ritenuta d’acconto del 20% sulla parte imponibile (il 60% o il 75% della cifra, a seconda della mia età). Mi conferma che è tutto esatto? E poi, quello che non mi è chiaro… Su quello che poi la casa editrice mi paga… Ad esempio, mettiamo che il compenso per un libro sia €1000, con la ritenuta d’acconto mi pagano €880… Su questi €880 devo ancora pagare tasse? Devo dichiararli da qualche parte? Sono soggetti a qualcosa? Oppure con la ritenuta d’acconto ho già sistemato tutto?

    Purtroppo ho provato a chiedere al mio commercialista questa e altre cose (che non c’entrano con la traduzione), ma lasciamo perdere, qualunque cosa “Eh ma questo si vede al momento, dipende da vari fattori”, “Eh su questa cosa specifica dovrei guardare, non so dirtelo così”, “Eh no, questo è presto per parlarne, una cosa alla volta”, insomma con lui non si riesce a capire niente. Sì, uno guarda da sé su Internet, ma in rete si rischia sempre di trovare informazioni inesatte.

    La ringrazio se vorrà darmi delucidazioni 🙂

    • Luca Lovisolo ha detto:

      Mi spiace non poterle dare notizie migliori, ma su questi temi non mi è possibile dare suggerimenti. Posso solo sconsigliarle vivamente di intraprendere qualunque attività senza essersi procurato una consulenza fiscale competente. Non è infrequente, che i commercialisti siano poco informati sulle particolarità del settore della traduzione e del diritto d’autore. Se il professionista che La segue non Le sembra adeguato, cerchi senz’altro aiuto altrove, prima di muovere altri passi. Cordiali saluti.

  2. Jacopo ha detto:

    Buongiorno signor Lovisolo.

    La ringrazio innanzitutto per questo articolo, molto utile per chi come me vuole diventare traduttore letterario/editoriale.

    Quindi, se ho ben capito, generalmente non sono le case editrici ad avvalersi di traduttori per affidargli libri stranieri che intendono pubblicare in Italia, ma siamo noi traduttori che dobbiamo proporre un libro pubblicato all’estero a una casa editrice (un po’ come se fossimo autori e gli stessimo proponendo un nostro manoscritto, pur con alcune ovvie differenze).
    Per cui l’iter è scegliere un libro straniero, contattare la casa editrice che l’ha pubblicato per assicurarci che i diritti siano ancora disponibili per l’Italia, dopodiché contattare case editrici italiane presentandogli il libro (titolo, sinossi, lunghezza, ecc) e inviando la traduzione di qualche pagina. Se qualche casa editrice è interessata, ci farà un contratto (in cui si specificherà il nostro compenso), e solo quando avremo il contratto in mano (e quindi la certezza che la casa editrice ci pagherà per il nostro lavoro) procederemo alla traduzione del libro completo. Per i diritti alla casa editrice straniera (o chi detiene i diritti dell’opera), invece, se la vedrà la casa editrice italiana con chi detiene i diritti, a noi la cosa non riguarda.
    Tutto esatto?

    Per quanto riguarda le tariffe… È opportuno proporre noi una cifra alla casa editrice, o è meglio lasciare che siano loro a farci una proposta? E, nel caso, è realistico applicare le stesse tariffe che applicheremmo a traduzioni tecniche o di altri generi (dato che nel caso di un libro si raggiungerebbero cifre molto alte)? Oltretutto io mi sono sempre orientato su un prezzo a parola, ma so che nell’editoria è più comune usare un prezzo a cartella (che poi bisogna sempre vedere cosa si intende per cartella, se 1500 caratteri, se 1800, se altro ancora…).

    Infine, una domanda probabilmente stupidissima, ma è un dubbio che ho non avendo mai tradotto per case editrici: la casa editrice straniera ci passa il testo completo per poter fare la traduzione, oppure dobbiamo comprarci il libro?

    Grazie 🙂

    • Luca Lovisolo ha detto:

      Rispondo in sintesi:

      E’ così, le case editrici reagiscono più facilmente in risposta a una proposta concreta, anziché all’invio di un curriculum. Confermo la procedura che Lei riassume. Sulle tariffe, è vero che prevale il conteggio a cartella, ma nei dettagli è bene che senta le abitudini dell’editore. Non Le consiglio di parlare subito di cifre, attenda che l’editore mostri interesse per l’opera, poi passerà agli aspetti economici. Il compenso nasce in genere da una trattativa. Soprattutto se Lei è alle prime armi, non abbia aspettative troppo elevate: pubblicare un libro è un’operazione impegnativa, sia dal punto di vista economico sia da quello legale. Se l’editore affida un libro a un traduttore nuovo e ancora poco esperto, potrebbe voler fare un lavoro di revisione più approfondito, prima della pubblicazione, rispetto a un’opera affidata a un traduttore già conosciuto e più esperto.

      Se Lei propone un testo da tradurre a una casa editrice, di norma lo fa perché l’ha letto, perciò ne ha una copia. Non è bene proporre libri che non si conoscono a fondo, di fronte all’editore bisogna saperli difendere. Cordiali saluti e in bocca al lupo. LL

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Luca Lovisolo

Lavoro come ricercatore indipendente in diritto e relazioni internazionali. Con le mie analisi e i miei corsi accompagno a comprendere l'attualità globale chi vive e lavora in contesti internazionali.

Tengo corsi di traduzione giuridica rivolti a chi traduce, da o verso la lingua italiana, i testi legali utilizzati nelle relazioni internazionali fra persone, imprese e organi di giustizia.

Iscriversi al notiziario

Gli iscritti al notiziario ricevono informazione sull'uscita di nuovi articoli e sulle attività dei corsi. Il notiziario esce ogni due settimane circa.

Se desidera ricevere il notiziario nella versione per traduttori, non dimentichi di barrare la casella rispettiva, prima di inviare l'iscrizione.
Archomai – centro studi e formazione di Luca Lovisolo | Sede legale: I-28021 Borgomanero (Italia) | IT 02612440038 | Condizioni di vendita | * Protezione dei datiImpressum
Copyright © 2021 Luca Lovisolo