Relazioni internazionali, politica estera o…

Castello di Eltz, Germania | © Cederic X
Castello di Eltz, Germania | © Cederic X

Quando è giusto parlare di relazioni internazionali, quando di politica estera o di politica internazionale? Tre punti di vista diversi sulla stessa materia. Conoscere la differenza serve a comprendere gli eventi globali. Tre piani che si condizionano reciprocamente, ma che devono essere tenuti ben distinti. I diversi tipi di interazione fra i soggetti che partecipano alle relazioni fra Stati e cittadini del mondo.


Per comprendere gli eventi internazionali è importante conoscere la differenza di contenuto fra tre concetti che spesso vengono confusi, nel linguaggio comune: politica estera, politica internazionale e relazioni internazionali. Si tratta di tre punti di vista diversi sulla stessa materia: confonderli non aiuta a interpretare correttamente i fatti del mondo.

Il primo gradino è la politica estera. Il mondo ha assistito alla nascita e crescita della politica estera dalla Pace di Vestfalia in poi, nel 1648: una data assunta per convenzione come punto di partenza di una moderna concezione dello Stato e dei rapporti internazionali. Da quel momento, lo Stato acquisisce definitiva e crescente autonomia rispetto ai rapporti privatistici fra sovrani, da una parte, e rispetto alle confessioni religiose, dall’altra. Si lega a un territorio e nasce una prima forma di diritto pubblico, cioè di relazione fra cittadino e sovrano fondata sulla ragione, non più su un rapporto quasi proprietario fra sovrano e suddito.

Passeranno ancora secoli, prima di giungere al modello di Stato che lo conosciamo oggi, ma quel primo embrione, poiché esercitava un potere su un territorio e su una popolazione secondo regole sempre più definite, doveva parimenti regolare i suoi rapporti di vicinato, sottraendoli alle logiche dinastiche e privatistiche del passato. Anche questa evoluzione sarà lenta, ma nacque lì il ruolo che oggi vediamo esercitare dal ministro degli esteri, cioè da quella funzione che in ogni Stato moderno rappresenta gli interessi del proprio Paese presso gli altri Stati del mondo e all’interno delle organizzazioni internazionali. Per comodità, possiamo definire questa funzione una relazione da uno a molti.

La politica internazionale rappresenta un superiore livello di interazione fra le politiche estere dei diversi Paesi. Analizza l’azione combinata delle politiche estere dei diversi Stati fra loro, sull’intero pianeta ma anche all’interno delle macroregioni (Europa, Americhe, Asia e pacifico…) e nel contesto delle organizzazioni internazionali. Si può parlare di politica internazionale quando si analizzano le relazioni tra Paesi nel Sud America, per esempio, oppure fra Paesi appartenenti a diverse alleanze politico-militari, oltre che, naturalmente, nel mondo nel suo insieme.

A differenza della politica estera, la politica internazionale dà vita una relazione da molti a molti. In questi decenni si assiste a un’evoluzione profonda: l’efficacia dei singoli Stati, soprattutto di quelli medio-piccoli, è calata drasticamente, per effetto della globalizzazione indotta soprattutto dal progresso tecnologico. Sempre più, a guidare la politica internazionale sono dei congiunti di Stati, che fanno blocco per assicurarsi la possibilità di incidere sui rapporti globali.

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E’ il caso dell’Unione europea, che ha una propria politica estesa e di sicurezza, pur embrionale; realtà simili, come l’Unione africana, le diverse organizzazioni dell’Asia-pacifico o il Mercosur sono sempre più spesso gli interlocutori privilegiati della politica internazionale. Gli Stati che ne fanno parte tendono a coordinare le loro politiche estere all’interno di queste organizzazioni, per conseguire maggiore efficacia nelle loro azioni.

Altra prospettiva ancora è quella delle relazioni internazionali. Anche queste avvengono da molti a molti, ma, mentre la politica internazionale resta sul terreno strettamente politico, lo studio delle relazioni internazionali comprende tutti gli attori dei rapporti globali. Quando si parla di relazioni internazionali ci si riferisce all’interazione fra tutti i soggetti che uniscono (o dividono) i popoli: gli Stati restano gli agenti principali, ma la politica, all’interno delle relazioni internazionali, non è né l’unico né, talvolta, il principale attore in gioco.

Molti altri soggetti contendono il primato, soprattutto oggi, nel profondo mutamento dei rapporti di forza a cui assistiamo. Hanno grande peso, ad esempio, gli attori economici e, forse ancor di più, quelli finanziari, sui quali i governi spesso faticano a imporre le loro regole. Di importanza centrale, a maggior ragione in tempi di comunicazione globale, sono gli aspetti culturali, sociali e linguistici. Sono attori delle relazioni internazionali le diverse organizzazioni non governative, le reti di media e comunicazione e persino i social network: si pensi al ruolo di Twitter, di Facebook o di YouTube nel dar vita a movimenti che raggiungono dimensioni globali e condizionano l’imporsi di tendenze d’opinione e leader politici.

Non vi è dubbio che anche le grandi religioni siano, oggi più che mai, attori determinanti delle relazioni internazionali: quando una guida religiosa si muove attraverso il pianeta, mobilitando dietro sé centinaia di migliaia di persone e lanciando messaggi sociali forti, diventa un soggetto delle relazioni globali, indipendentemente dall’adesione che ciascuno di noi può manifestare o non verso quel messaggio religioso.

Entrano in gioco, nelle relazioni internazionali, anche i grandi gruppi energetici, la tutela ambientale e i movimenti ecologisti, con le molte organizzazioni e istituzioni internazionali che gestiscono singoli problemi, opportunità e interessi comuni del pianeta. Sono attori delle relazioni internazionali, purtroppo, anche le manifestazioni più degeneri, come la criminalità organizzata o il terrorismo.

Le tre discipline, politica estera, politica internazionale e relazioni internazionali si intrecciano fra loro e si condizionano reciprocamente senza sosta. Un altro potente fattore in gioco, oggetto però di studi separati, è il modo in cui le relazioni e i dati di fatto internazionali agiscono sulle scelte di politica interna dei diversi Paesi, e viceversa. Fa storia a sé il diritto internazionale, come insieme dei trattati e delle norme consuetudinarie che regolano i rapporti giuridici fra Stati. Un significato ancora più ristretto ha il termine geopolitica, che indica specificamente la politica che uno Stato può attuare in base alla sua posizione geografica.

Sebbene questi elementi si influenzino reciprocamente e le loro definizioni vengano quasi sempre usate in modo indifferenziato, è necessario tenerli ben distinti, sotto pena di non riuscire a classificare e comprendere i fatti che accadono intorno a noi nel mondo.

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Luca Lovisolo

Lavoro come ricercatore indipendente in diritto e relazioni internazionali. Il mio corso «Capire l'attualità internazionale» accompagna chi desidera comprendere meglio i fatti del mondo. Con il corso «Il diritto per tradurre» comunico le competenze giuridiche necessarie per tradurre testi legali da o verso la lingua italiana.

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    Lavoro come ricercatore indipendente in diritto e relazioni internazionali. Con le mie analisi e i miei corsi accompagno a comprendere l'attualità globale chi vive e lavora in contesti internazionali.

    Tengo corsi di traduzione giuridica rivolti a chi traduce, da o verso la lingua italiana, i testi legali utilizzati nelle relazioni internazionali fra persone, imprese e organi di giustizia.

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