Approfondisco qui uno dei temi centrali, nel contesto della guerra ucraina. Ne ho parlato nel primo dei miei interventi alla trasmissione radiofonica «Zapping» andata in onda su RAI Radio1 il 3.3.2021. La ricostituzione dell’integrità territoriale, incluse le regioni del Donbass e la penisola della Crimea. Questo passaggio non è importante solo per l’Ucraina: ecco perché.
Durante la trasmissione è emersa la questione dell’integrità territoriale dell’Ucraina (audio del programma >qui). In passato, quando uno Stato conquistava con la forza il territorio di un altro, il resto del mondo ne prendeva atto e modificava le carte geografiche. Ciò incoraggiava chiunque volesse allargare i propri confini a dichiarare guerra al proprio vicino: se vinceva, il territorio conquistato gli era riconosciuto.
Alla fine della Seconda guerra mondiale, uno dei principi introdotti nella Carta delle Nazioni unite ha capovolto questo approccio. L’articolo 2., punto 4. (>qui), stabilisce: «[Gli Stati] membri [dell’ONU] devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza […] contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato […].»
In virtù di questo principio, non si deve permettere che uno Stato ottenga vantaggi da un’azione di forza. La modifica dei confini può avvenire solo con accordi consensuali fra Stati, con votazioni parlamentari o referendarie, e nel rispetto delle Costituzioni dei Paesi interessati. Se ciò non riesce, le dispute vengono devolute alla Corte internazionale di giustizia, che ne decide l’esito in terzietà e indipendenza. Il principio di non uso della forza nelle relazioni internazionali ha avuto buon successo: è riuscito a evitare che le centinaia di dispute territoriali esistenti al mondo degenerassero in conflitti maggiori.
La Russia ha aggredito l’Ucraina nel 2014, appropriandosi della Crimea e riconoscendo l’indipendenza di due regioni ucraine. I «referendum» organizzati in tali territori si sono svolti senza alcuna garanzia costituzionale e sotto il totale controllo della potenza occupante. Nel febbraio 2022 la Russia ha invaso l’Ucraina su più larga scala, al fine di appropriarsi di altro territorio.
Se si permettesse alla Russia di ottenere vantaggio dalle sue operazioni militari, si costituirebbe un precedente che minerebbe il principio di non uso della forza e darebbe la stura a una quantità incontrollabile di rivendicazioni, in ogni parte del mondo.
Legga anche: Guerra in Ucraina: i cinque errori dell’Occidente |
In Europa, una delle situazioni più delicate dalle quali può sorgere una disputa territoriale è l’Alto Adige / Südtirol. La questione è riemersa ancora nel 2018, con la proposta del cancelliere Sebastian Kurz di concedere la cittadinanza austriaca agli abitanti della provincia italiana.
Per questi motivi, l’uscita dalla guerra tra Russia e Ucraina deve riportare il territorio di quest’ultima ai confini precedenti l’invasione russa del 2014, salvando così il principio di integrità territoriale. Ogni eventuale controversia, lì o altrove, deve essere discussa nel quadro del diritto internazionale e dei principi delle Nazioni unite.