La comparsa dei sistemi di intelligenza artificiale alla portata del pubblico ha toccato tutti i settori professionali, anche quello della traduzione. Per alcuni tipi di testo, la qualità prodotta dalle applicazioni di traduzione meccanizzata si avvicina ormai a quella della traduzione svolta a occhio umano. Vi sono professionisti che segnalano cali di lavoro, altri colgono le nuove opportunità. Le sfumature da osservare.
E’ presto per fare considerazioni di dettaglio, sulle conseguenze dell’arrivo dei sistemi fondati sull’intelligenza artificiale nel settore della traduzione. Compaiono i primi studi, ma una valutazione oggettiva attende basi più solide.
Si può, al contrario, tracciare un primo profilo dei cambiamenti in corso, traendolo da scambi diretti di opinione con professionisti e dalle discussioni che emergono nei molti gruppi pubblici fra operatori del settore. Il metodo non è scientifico, poiché si basa su rilievi episodici: bisogna ammettere, però, che vi si riconoscono tendenze di chiarezza sorprendente. Queste, a loro volta, coincidono con le valutazioni che nascono dalla conoscenza delle dinamiche di settore.
E’ utile, perciò, sintetizzare gli esiti di queste prime osservazioni. Le fonti provengono da Paesi diversi e possono aiutare a orientarsi nel mutante panorama della professione. Per scelta editoriale, i professionisti dai quali provengono i dati alla base di queste considerazioni non sono citati. E’ parso preferibile raggruppare le informazioni per tendenze e ricavarne così indicazioni concrete.
Questo articolo si riferisce alla traduzione scritta, non considera gli sviluppi nel settore dell’interpretariato orale. Per agilità di lettura, l’espressione traduttore è riferita qui a professionisti di entrambi i sessi. Dopo una breve premessa, questo testo analizza la >relazione con le agenzie e quella con i >clienti diretti. Valuta poi i diversi >settori di traduzione e alcune >criticità legali. Si chiude con una >sintesi delle considerazioni fatte e possibili >indicazioni pratiche.
Intelligenza artificiale e lavoro dei traduttori: premesse
Nonostante le novità tecnologiche, nel valutare la situazione non si deve dimenticare che cali di lavoro si possono addebitare anche al normale andamento dell’economia. La crisi causata dal nuovo Coronavirus ha avuto conseguenze di lungo termine non ancora del tutto superate. I gravi fatti internazionali in corso hanno riflessi sulla fluidità del commercio mondiale e sulla libertà di circolazione delle persone, le due maggiori fonti che generano richieste di traduzioni, sia dalle imprese sia dai privati.
Ciò premesso, è un fatto che molti professionisti lamentano la drastica riduzione degli incarichi di traduzione. Il lavoro «sparisce» anche presso clienti di lunga data. Il fenomeno si è imposto, non per coincidenza, da quando si sono diffusi gli strumenti che permettono di svolgere in modo automatico e gratuito (o a bassissimo costo) traduzioni che la clientela considera di qualità sufficiente per il proprio metro di misura.
Se approfondito, il fenomeno presenta però interessanti sfumature. La questione può essere analizzata da due punti di vista interdipendenti: la tipologia dei clienti e i generi di testo.
Traduttori e intelligenza artificiale: il lavoro con le agenzie
Con qualche eccezione, i traduttori che lavorano sia con clienti diretti sia con agenzie osservano che il volume di lavoro con le agenzie registra una riduzione maggiore, rispetto a quello con i clienti diretti. In generale, è il rapporto con le agenzie che sembra soffrire di più. Anche qui emerge una differenza, però: mentre cala il lavoro con i grandi gruppi multinazionali, tiene quello proveniente da agenzie più piccole e da quelle che trattano testi di maggiore specializzazione.
Le agenzie di grandi dimensioni sembrano ormai puntare sui sistemi di traduzione meccanizzata, per sostituire ovunque possibile i traduttori in carne e ossa. Non è chiaro se i loro clienti finali ne siano consapevoli. In questo segmento di mercato, d’altra parte, l’eccellenza della qualità non è mai stata l’obiettivo primario da raggiungere. E’ possibile che la clientela delle agenzie attive in questa fascia non avverta neppure la differenza, fra una traduzione svolta da un professionista e una prodotta da un’intelligenza artificiale con una veloce revisione a occhio umano.
Come detto, sembrano registrare meno flessioni i professionisti che collaborano con agenzie più piccole, oppure specializzate in settori che generano testi creativi, delicati o complessi. Queste agenzie puntano sulla qualità e non cedono alle logiche del cosiddetto big transla. Spesso sono guidate in prima persona da traduttori, non da manager che non conoscono il lavoro concreto di traduzione. Il rapporto di fiducia tra queste agenzie e i loro clienti finali è più simile a quello che si instaura fra un traduttore professionista e un cliente diretto, rispetto alla più anonima relazione fornitore-cliente che esiste fra le agenzie generaliste e i loro committenti.
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La relazione con i clienti diretti: minori impatti?
Vi sono voci che segnalano cali di lavoro anche dai clienti diretti, ma giungono in minoranza. Anche la clientela aziendale ha scoperto l’uso della traduzione meccanizzata, in particolare per testi non critici: comunicazioni interne, manualistica semplice, altri testi che possono essere tradotti da un’intelligenza artificiale e poi rivisti da personale interno, anche non professionista della traduzione.
Vi sono però aziende che si mostrano consapevoli dei limiti della traduzione automatica, anche quella supportata dall’intelligenza artificiale. Dopo averla sperimentata, di fronte ai rischi di una traduzione incerta continuano a preferire la collaborazione con un traduttore professionista, per i testi rivolti all’esterno. Può trattarsi di testi legali, comunicazioni commerciali che devono rappresentare stile e tono di voce del marchio, documentazioni contenenti informazioni delicate e delle quali è richiesta massima proprietà di traduzione.
In questi casi, il traduttore non registra sensibili conseguenze sul proprio lavoro. Dirimenti sono gli obiettivi di qualità del cliente. Una certa influenza sembrano esercitare anche le lingue praticate: vi sono combinazioni linguistiche nelle quali l’intelligenza artificiale produce in ogni caso esiti irricevibili.
Aziende che in precedenza affidavano a un professionista la traduzione dei loro cataloghi, ora vi provvedono con sistemi meccanici e poi richiedono al traduttore di rivedere il testo (cosiddetto post-editing). Dipende dal singolo caso, se questa procedura comporti vantaggi concreti e resti interessante per il traduttore.
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La più forte difesa del traduttore umano rispetto all’uso della traduzione meccanizzata è il rapporto di fiducia che sorge tra professionista e cliente diretto, analogo a quello che si instaura in altre professioni.
Intelligenza artificiale e lavoro dei traduttori: i diversi settori
Le considerazioni sulle tipologie di clienti si rispecchiano nelle differenze fra i settori di traduzione. Con alcune eccezioni, la traduzione giuridica e quella medica sembrano subire meno riflessi, dall’introduzione delle nuove tecnologie, per i valori che mettono in gioco soprattutto nei testi più complessi. Lo stesso deve dirsi per la traduzione finanziaria e per altre traduzioni tecniche più esigenti, che richiedono anch’esse una profonda comprensione concettuale del testo. L’intelligenza artificiale non offre risultati affidabili per testi la cui traduzione richiede un certo grado di rielaborazione sintattica. In tutti questi casi, sono essenziali il discernimento e l’assunzione di responsabilità di un traduttore professionista.
L’opera del traduttore umano resta insostituibile in gran parte delle traduzioni di marketing, di transcreazione e di comunicazione, ad esempio nel settore turistico. L’intelligenza artificiale trova applicazione nelle traduzioni delle inserzioni pubblicitarie sulle piattaforme di socializzazione: Facebook, X (già Twitter), YouTube e simili. Chiunque di noi può imbattersi nei deleteri esiti di questo modus operandi, navigando in Rete. Le traduzioni meccanizzate di testi pubblicitari restano facilmente riconoscibili e si convertono in un pesante danno d’immagine per l’inserzionista.
Da notare che taluni traduttori attivi nei settori più delicati, come quelli accennati qui sopra, non solo non registrano cali di lavoro, ma segnalano aumenti. Questo dato indica che il flusso di richieste, nei settori meno influenzati o non toccati affatto dall’uso dell’intelligenza artificiale, segue dinamiche comuni.
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Traduzioni asseverate e aspetti legali: criticità dell’intelligenza artificiale
Una conseguenza di tutto ciò è che non si segnalano cali nelle traduzioni di documenti asseverati, anche per la clientela privata. Il professionista resta indispensabile, sia per l’accuratezza richiesta dalla traduzione sia per l’assunzione di responsabilità che comporta il giuramento di fedeltà sulle traduzioni destinate a usi ufficiali.
Proprio la questione della responsabilità, civile e penale, resta enigmatica. Si pensi alle conseguenze di un errore in una traduzione legale o medica: chi risarcisce il danno causato dall’errore, se la traduzione è generata da un’intelligenza artificiale? Il problema è analogo a quello degli incidenti d’auto causati da veicoli a guida autonoma. Gli interrogativi sono pesanti.
Se la traduzione prodotta dall’intelligenza artificiale passa attraverso la revisione da parte di un traduttore umano, quest’ultimo si assume la responsabilità del contenuto, anche se spesso non ne è del tutto consapevole. In un normale processo di traduzione e revisione, però, il revisore lavora su un testo prodotto da un altro professionista. Se la traduzione di partenza è generata da una macchina, il peso gravante sul revisore aumenta e ciò non è sempre riconosciuto nei tempi e nei modi di svolgimento della revisione. Quanti traduttori professionisti sono disposti ad assumersi questo onere?
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Un altro capitolo concerne la protezione dei dati e la tutela del diritto d’autore, ove rilevi. Dare un testo in pasto a un’applicazione di traduzione meccanizzata significa versare una quantità di dati in un sistema che li userà per addestrare il proprio motore, costituendo rischi sul mantenimento della riservatezza. Per quanto riguarda il diritto d’autore, le ormai innumerevoli cause intentate da editori e proprietari di contenuti contro le società che gestiscono applicazioni di intelligenza artificiale generativa dicono da sole quanto alto sia il rischio di perdita di controllo sulla proprietà intellettuale, con l’uso di tali sistemi.
Intelligenza artificiale e lavoro dei traduttori: in sintesi
L’impatto dell’intelligenza artificiale sui processi di traduzione è condizionato dal genere di testo. Da ciò conseguono effetti sulla tipologia di clientela. E’ forte sulle traduzioni di testi meno impegnativi e creativi. L’impatto diminuisce in modo inversamente proporzionale al grado di elaborazione e al livello di assimilazione culturale richiesti dalla traduzione.
Vi sono tipologie di testo e coppie linguistiche per le quali i sistemi di traduzione meccanizzata sono inutilizzabili e forse tali resteranno, nonostante i sorprendenti progressi recenti. I traduttori che trattano i testi più esigenti non registrano cali di lavoro, taluni segnalano persino aumenti di richieste. In queste nicchie, perciò, si trovano opportunità: il presupposto è che chi offre traduzioni disponga di specializzazioni che incrocino le richieste non gestibili con la traduzione automatica, neppure quella alimentata dall’intelligenza artificiale.
Esiste una clientela consapevole, non disposta a compromettere la propria reputazione o a rischiare conseguenze legali ed economiche a causa di traduzioni non accurate. In questi casi, il contatto personale con il cliente vince: non è una novità. L’inserzione di un’agenzia fra professionista e cliente finale è una particolarità del settore della traduzione. Presenta vantaggi per il traduttore, poiché gli risparmia il lavoro di promozione commerciale. Sopprime, però, il valore di un rapporto di fiducia fra cliente e professionista. Questo valore è l’elemento caratteristico di ogni professione, dal medico all’avvocato, dal commercialista al consulente aziendale.
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Alcune possibilità concrete
Dinanzi alla crescita della traduzione con sistemi automatici, una strada possibile è puntare su una relazione unica con il cliente, fondata sulla fiducia personale, che permetta al traduttore di mettere in luce il valore aggiunto creato da un professionista rispetto alla traduzione meccanizzata, o a un fornitore di grandi dimensioni che non sempre dichiara quali processi di traduzione applica. Da questo punto di vista, i traduttori devono forse compiere progressi nel promuoversi presso la clientela diretta, per sviluppare l’unicità della proposta e la capacità di comunicarla.
In ciò, un punto a favore di una collaborazione fondata sulla fiducia reciproca è la garanzia di riservatezza e tutela della proprietà intellettuale che può essere data da un traduttore professionista e dall’uso esclusivo di strumenti sotto il pieno controllo della mente umana.
Inoltre, chi fa traduzioni può considerare di proporre anche servizi collaterali, nel momento in cui sviluppa una buona relazione con clienti diretti. Seguendo opportune formazioni, ove necessario, un traduttore può aprirsi opportunità che possono convivere con la traduzione. Può trattarsi di consulenze di vario tipo permesse dalla conoscenza delle lingue e dal dominio del settore di specializzazione, creazione di contenuti in Internet, gestione dei contatti con la clientela estera e molto altro.
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E la collaborazione con le agenzie?
Ciò non significa che le agenzie siano destinate a scomparire dal mercato. Con agenzie che assicurano qualità in settori specifici e non si piegano a mere logiche di profitto, è ben possibile che il ménage à trois fra traduttore, agenzia e cliente finale possa ancora generare valore aggiunto per tutte le parti coinvolte. Ciò richiede che l’agenzia sappia a propria volta vendere adeguatamente la sua specificità, rispetto al servizio massificato degli operatori generalisti.
Un ruolo sempre più importante sembra svolgerlo la specializzazione, del traduttore o dell’agenzia. Per imporsi sui sistemi di traduzione meccanizzata, il traduttore deve conoscere sempre più a fondo i temi trattati nei testi che traduce. Deve essere in grado di superare la genericità che contraddistingue le traduzioni svolte con sistemi meccanici, saper leggere le tessiture più profonde dei testi, disporre di elevate capacità di elaborazione nella lingua di destinazione. Nel settore di specializzazione scelto, il traduttore deve possedere competenze concrete e in continuo sviluppo.
Fra una traduzione generata da un’intelligenza artificiale e una svolta da un traduttore umano non (o poco) specializzato, la differenza si nota sempre meno. La clientela si rivolge al traduttore in carne e ossa quando ha bisogno di certezza, unicità della comunicazione o precisione nel dettaglio. Il professionista vince sulla macchina se offre queste sicurezze: una tale consapevolezza, nel cliente, apre anche opportunità verso un adeguato riconoscimento economico del lavoro di traduzione. Queste considerazioni valgono tanto per il singolo professionista quanto per l’agenzia che si renda coordinatrice di più traduttori. E’ possibile che ciò richieda alle agenzie qualche ripensamento della loro organizzazione.
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Intelligenza artificiale e lavoro dei traduttori: conclusioni
Lo sviluppo delle tecnologie di traduzione automatica muterà a fondo il settore dei servizi linguistici. Non è saggio sperare che la clientela si accorga dei limiti delle macchine e tutto torni come prima. E’ possibile che una parte di lavoro migrata verso le nuove tecnologie torni ai professionisti, da clienti delusi dopo gli entusiasmi iniziali. Tuttavia, per una parte di esigenze di traduzione la qualità offerta dalla traduzione automatica, in particolare quella mossa da intelligenza artificiale, è considerata sufficiente.
E’ bene prenderne atto senza ipocrisie, consapevoli che il cambiamento sta costruendo un nuovo contesto nel quale non tutti potrebbero trovare o conservare un posto. Eppure, le nuove tecnologie aprono anche opportunità. E’ su queste che si deve concentrare l’attenzione.
Il seminario «Specializzarsi nella traduzione giuridica: opportunità al tempo dell’intelligenza artificiale» – tenutosi mercoledì 19 giugno 2024 – ha analizzato in particolare le opportunità della specializzazione giuridica rispetto agli sviluppi dell’intelligenza artificiale. La registrazione del seminario si trova >qui.
Davide ha detto:
Buongiorno, quando parla di aumenti e cali registrati nel lavoro dei traduttori, su quali fonti si basa?
Luca Lovisolo ha detto:
Non ci sono ancora rilevazioni oggettive, come spiego nell’articolo. Ci vorranno almeno due, meglio tre anni, per avere un quadro fondato su numeri, sempre che qualche associazione del settore decida di lanciare un sondaggio. Qui ho utilizzato osservazioni che faccio da tempo basandomi su varie fonti, inclusi gruppi pubblici di traduttori su Internet e un certo numero di professionisti che ho contattato di persona. Come preciso anche nel testo, non è un metodo scientifico e non pretende di esserlo. Ho osservato, però, che alcune tendenze sembrano evidenziarsi già in modo piuttosto chiaro. Cordiali saluti. LL