Come diventare traduttore giuridico e cosa distingue questa categoria di professionisti dagli altri traduttori. Requisiti e possibilità di formazione. Né in Italia né in Svizzera è necessario essere iscritti a registri o associazioni specifiche. Il traduttore giuridico non va confuso con il traduttore «giurato» e la traduzione giuridica non va confusa con la «traduzione giurata» o asseverata.
Il traduttore giuridico è un professionista contraddistinto da una doppia competenza, giuridica e linguistica. Ci sono molti modi per acquisire le abilità necessarie per diventare traduttore giuridico. E’ data per scontata una competenza linguistica molto elevata e flessibile, anche nella traduzione verso la lingua straniera. A questa si deve aggiungere una solida formazione in diritto. La profondità di tale formazione dipende dal profilo delle esigenze. Per tradurre semplici contratti o atti societari può bastare una buona competenza in diritto commerciale; la traduzione di atti processuali, particolarmente di diritto penale, presuppone conoscenze più specifiche.
Lo strumento tipico per acquisire competenza giuridica è la laurea in legge. Vi sono istituzioni che richiedono figure di giuristi-linguisti con obbligo di laurea in giurisprudenza o altro titolo equivalente, per compiti particolarmente esigenti. Nei casi più comuni, però, il percorso universitario completo potrebbe rivelarsi dispersivo, per un traduttore. Sono utili tutti i corsi che formano buone abilità di analisi giuridica, anche senza condurre a una laurea. Per le esigenze più semplici, chi si avvicina a questo tipo di traduzione sarà aiutato da un’esperienza di lavoro in un ufficio legale internazionale. Sono importanti tutte le forme di pratica professionale che permettano un contatto diretto con la scrittura e con i meccanismi della giustizia.
Come diventare traduttore giuridico: le competenze legali
Le competenze giuridiche da sviluppare sono tre: la capacità di analizzare i testi e i rapporti giuridici che vi si costituiscono, la pratica nell’uso delle fonti del diritto e – per chi traduce atti processuali – una sufficiente familiarità con le procedure processuali, in particolare civile e penale. Queste competenze devono essere acquisite sia per il Paese in cui si parla la lingua di destinazione della traduzione sia per quello (o quelli) della lingua di origine.
Ancor più che in altri settori di specializzazione, nella traduzione giuridica è esclusa la possibilità di tradurre senza comprendere sino in fondo le implicazioni del testo. Il diritto è una materia estesissima e in continua evoluzione: tocca ogni aspetto della vita pubblica e privata. Ai livelli più elevati, la sola definizione di traduttore giuridico può essere troppo generica. Chi desidera svolgere questa professione farà bene a concentrarsi su branche specifiche della materia, preferibilmente affini tra loro: diritto contrattuale, societario, fallimentare, penale, amministrativo…
Il traduttore giuridico deve saper utilizzare speditamente le fonti del diritto. La capacità di orientarsi nella legislazione, nella giurisprudenza e nella dottrina è necessaria, per comprendere sino in fondo il dettato e la funzione del testo che traduce, all’interno del contesto legale di riferimento. Il linguaggio, in diritto, ha funzione costitutiva: significa che la parola non descrive, ma costituisce la fattispecie giuridica. Per il traduttore di testi legali, la fonte del linguaggio e della terminologia è la legge, non il vocabolario.
Come diventare traduttore giuridico: le aree più richieste
Tra le aree che generano più testi da tradurre vi è il commercio internazionale. Contratti, condizioni di vendita e di trasporto, pratiche di recupero crediti, atti societari. Per tradurre correttamente questi testi è necessario conoscere i rapporti giuridici che si instaurano fra operatori economici internazionali. Serve una sufficiente conoscenza della legislazione del settore, che è fonte dei linguaggi specifici.
Sono molto richieste anche le traduzioni che riguardano la vita privata. Fra questi, i documenti necessari per matrimoni, separazioni e divorzi fra persone di nazionalità diversa; le pratiche per le adozioni internazionali o i documenti per iscriversi a corsi di studio all’estero. Frequenti le esigenze di traduzione legate alle eredità, nei casi in cui defunto ed eredi si trovano in Stati in cui si parlano lingue diverse.
Un settore a sé, molto gratificante per chi punta a diventare traduttore giuridico, è quello della traduzione e dell’interpretariato durante i procedimenti giudiziari. Questo ruolo può richiedere l’iscrizione ad albi specifici, la cui regolamentazione varia da Paese a Paese. L’abilità del traduttore viene verificata preventivamente e, a dipendenza delle norme nazionali, può essere richiesto un giuramento generale o uno per ogni singolo intervento del traduttore o interprete.
Traduzione giuridica, le insidie da conoscere
Fra le incognite più insidiose della traduzione giuridica vi è la diversità degli ordinamenti legislativi e giudiziari dei singoli Paesi. Una legge o le competenze di un organo giudiziario all’interno di uno Stato non trovano quasi mai un corrispettivo esatto nell’ordinamento di un altro. Una prima, grande distinzione esiste fra gli ordinamenti fondati sul diritto europeo continentale e quelli fondati sulla Common Law (quasi tutti i Paesi di lingua inglese).
Anche all’interno di queste due grandi famiglie, però, vi sono differenze. Possono differire tra loro in modo piuttosto profondo anche le giurisdizioni locali di taluni Stati federali (ad esempio le legislazioni dei singoli Cantoni svizzeri, dei Land tedeschi o dei soggetti della Federazione russa). In questi casi è necessario conoscere l’ordinamento dello Stato e saper ricercare le fonti del diritto anche nella legislazione regionale.
E’ importante non indurre in errore chi legge la traduzione di un testo legale, facendo intendere che esistano paralleli fra istituzioni e fattispecie che hanno una denominazione simile o identica, ma competenze e significati diversi da Stato a Stato. Per citare due esempi concreti, il reato di diffamazione in Italia (art. >595 CP IT) ha caratteristiche e conseguenze diverse dal reato di diffamazione in Svizzera (art. >174 CP CH), anche se, nella versione italiana del diritto penale svizzero, porta lo stesso nome; un giudice di pace italiano ha competenze più ampie del suo omologo in Canton Ticino, anche se si chiama allo stesso modo.
Diventare traduttore giuridico: le responsabilità
Da una traduzione giuridica possono dipendere valori essenziali: la libertà di una persona, la riuscita di un affare internazionale o il successo di una causa per danni, ma anche il regolare svolgimento di un divorzio, il buon esito di una successione ereditaria o di un’adozione internazionale, il puntuale inizio di un periodo di studio o lavoro all’estero.
La responsabilità che grava sul traduttore giuridico è molto elevata. Spesso, gli atti tradotti giungono nelle mani dei giudici e delle autorità preposte senza che le parti abbiamo la possibilità di verificare l’esattezza delle traduzioni. Errori e negligenze nella traduzione possono comportare il rinvio di un’udienza o il rigetto di una pratica amministrativa, con richieste di elevati risarcimenti. Nei casi più gravi, dove si possano configurare reati di falso, il traduttore è esposto a conseguenze di ordine penale.
Per tutti questi motivi, la traduzione giuridica è una delle specializzazioni più gratificanti, per un traduttore, purché sia sorretto da preparazione adeguata e sincero interesse per il diritto. I sistemi di traduzione automatica, anche quelli fondati sull’intelligenza artificiale, non sostituiscono la competenza del traduttore umano, in un campo così carico di responsabilità. Diventare traduttore giuridico significa entrare in contatto, attraverso la viva voce dei documenti, con aspetti delicati della vita pubblica e privata.
Grazie al livello di specializzazione che richiede e alle responsabilità che comporta, la traduzione giuridica è anche una delle specializzazioni in cui l’opera del traduttore è meglio riconosciuta, dal punto di vista professionale ed economico.
| Su come diventare traduttore giuridico e altri aspetti della professione è disponibile il seminario «Specializzarsi nella traduzione giuridica: opportunità al tempo dell’intelligenza artificiale» – Dettagli e iscrizioni qui.
(Articolo pubblicato in originale il 13.4.2011, ripubblicato con aggiornamenti il 18.6.2024)
Luca Alberoni ha detto:
Buona sera professor Lovisolo, le scrivo per sapere se uno come me ha delle chance di entrare nel mondo delle traduzioni legali, di conseguenza andando a lavorare in uno studio legale internazionale o per un’impresa di traduzioni. La mia formazione consiste nell’aver frequentato un liceo linguistico specificamente per le lingue inglese, tedesco e francese. In questi anni inoltre sto frequentando l’università di Pavia per lo studio del diritto, più precisamente un corso triennale. Inoltre le chiedo se ha qualche consiglio riguardo dove cercare una volta finita l’università per tirocini o comunque esperienze lavorative.
Luca Lovisolo ha detto:
Buonasera,
Certamente i presupposti sono buoni. Le consiglierei però di incrementare molto la conoscenza delle lingue. Potrebbe ad esempio iscriversi ai corsi degli istituti ufficiali di cultura dei Paesi dove si parlano le lingue nelle quali desidera lavorare, cercando di ottenere il massimo attestato possibile. Sarebbe bene, poi, poter trascorrere qualche periodo all’estero. Prima di poter dare consigli per la ricerca di un lavoro è necessario conoscere meglio la Sua situazione alla fine degli studi che sta ancora svolgendo. In bocca al lupo e cordiali saluti. LL
Chiara ha detto:
Buongiorno,
Sono laureata in Mediazione Linguistica e vorrei specializzarmi per diventare traduttrice giuridica, ho visto i suoi corsi e sembrano molto interessanti e ben strutturati, ma la mia domanda è se il fatto che non ci siano CFU rilasciati sarà un problema in futuro o se come corso è riconosciuto e l’esame finali attesti una seria preparazione.
Grazie per la disponibilità
Foglia Chiara
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno,
Grazie per il Suo interesse. I miei corsi presuppongono la maturata consapevolezza che la traduzione legale richiede un’adeguata formazione giuridica teorica e la necessaria capacità di analizzare i testi da un punto di vista giuridico. Inoltre, in un contesto professionale, Lei dovrà innanzitutto mostrare capacità e competenze, non elencare punteggi o titoli di studio. Se Lei persegue questi obiettivi, il mio corso Le offrirà un aiuto decisivo per raggiungerli, se frequentato con il necessario spirito di ricerca e interesse per la crescita.
Il corso non prevede un esame finale, ma verifiche di acquisizione dei contenuti al termine di ciascuno dei 13 moduli. Non ricerco riconoscimenti statali o di altro genere per i miei corsi, poiché essi si svolgono in primo luogo con l’intento di comunicare contenuti di carattere professionale. Non mi è ben chiaro cosa Lei intenda con «corso riconosciuto,» termine che ha significati diversi in base alle destinazioni d’uso dei titoli di studio e agli ordinamenti dei diversi Paesi. Più dettagli sugli attestati emessi dal mio centro studi si trovano >qui. Sottolineo ancora una volta, però, che l’obiettivo dei miei corsi è essenzialmente formativo, non amministrativo.
Prima di iscriversi al corso, che richiede in ogni caso un certo investimento di tempo e denaro, mi permetto di suggerirle di iscriversi alla prossima sessione della formazione gratuita, trova i dettagli >qui. Potrà così sperimentare senza alcun impegno il concetto didattico e lo spirito del corso «Il diritto per tradurre.»
Per ulteriori domande può utilizzare il formulario di contatto, >qui. Sarò lieto di averla tra i partecipanti al corso, se esso corrisponderà ai Suoi propositi. Grazie e cordiali saluti. LL
Roberta Montroni ha detto:
Salve,
Sono da poco laureata in Giurisprudenza e vorrei specializzarmi nella traduzione in vari settori, tra cui quello legale. E’ necessario secondo lei seguire un corso specifico? Un corso breve online potrebbe essere sufficiente? Grazie
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno,
Dipende molto dai Suoi presupposti, in particolare dal livello di conoscenza della lingua o delle lingue dalle quali vorrebbe tradurre. Normalmente, se si è dotati di talento per la scrittura, buona (cioè molto elevata) conoscenza della lingua straniera e di una approfondita conoscenza della materia nella quale si vuole tradurre, nel Suo caso il diritto, non serve molto altro. Potrebbe essere utile frequentare qualche corso per imparare a usare i sistemi di traduzione assistita (Trados e analoghi), ma anche in questa materia le variabili sono molte. Nella traduzione professionale di alto livello, dove prevale l’intervento umano, questi software generalmente si evitano, mentre sono sempre più usati nelle fasce medio-basse di mercato. Dipende, perciò, da dove si posizionerà Lei e da quali clienti acquisirà. Quanto alle lauree in mediazione linguistica, si concentrano su aspetti teorici che hanno scarso apporto, nella pratica professionale. Se desidera investire risorse in qualche corso, cerchi piuttosto di acquisire conoscenze nel marketing e nella Sua promozione, per reperire clienti e gestire correttamente la Sua attività. Con una laurea in giurisprudenza, unita a una adeguata conoscenza della lingua straniera, dispone già di una base più che interessante per iniziare. Potrà poi approfondire singoli aspetti in base all’esperienza e allo sviluppo dell’attività. Cordiali saluti. LL
Marina ha detto:
Buonasera,
al momento sto ultimando la mia laurea in giurisprudenza ma sono una grande appassionata di lingue e vorrei volgere la mia futura carriera lavorativa nell’ambito delle traduzioni legali. Mi chiedevo però se, per poter svolgere tale professione in ambito legale fosse necessario l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato o se invece, fosse sufficiente la laurea in giurisprudenza.
La ringrazio in anticipo e le porgo Cordiali Saluti,
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno,
La professione di traduttore è libera, anche nel settore legale. Fanno eccezione le traduzioni asseverate o svolte durante i procedimenti, che richiedono un iter che può variare da una sede all’altra. In ogni caso, non è richiesta l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato e nemmeno la laurea in giurisprudenza. E’ necessaria, però, una solida conoscenza del diritto: una laurea in legge può essere persino eccessiva, per i compiti di un traduttore, ma se Lei ha già compiuto questo studio, ne avrà sicuro vantaggio. Cordiali saluti. LL
Carla ha detto:
Buongiorno,
vorrei specializzarmi nel campo della traduzione giuridica e leggendo i vari commenti credo che la mia laurea in lingue con specializzazione in traduzione tecnico-scientifica (con esami anche di Diritto e di Economia) non sia affatto sufficiente. Pensa possa essere utile l’iscrizione a un corso triennale di Scienze Giuridiche? La ringrazio.
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno,
Una laurea triennale è senz’altro una buona scelta, ma può essere persino ridondante, rispetto alle esigenze di un traduttore. Può avere, però, un vantaggio importante: se in futuro Lei vorrà cercare opportunità di lavoro in un settore diverso da quello della traduzione, una seconda laurea di questo tipo potrà aprirle opportunità concrete, mentre le lauree in lingue e in mediazione linguistica sono assai meno spendibili, sul mercato del lavoro e della consulenza. Molto dipende, perciò, dalla Sua età e dalle Sue prospettive future. Cordiali saluti. LL
Astrid ha detto:
Buon pomeriggio,
Complimenti per il suo sito! Sono laureata in Relazioni Internazionali e Diplomatiche in Italia ed ho fatto un Master (MA) in Human Rights Law a Londra dove ho vissuto per 13 anni. Ho lavorato per molti anni nel campo della protezione internazionale e delle migrazioni e mi sono qualificata come Immigration advisor. Sono da poco tornata in Italia e vorrei provare a lavorare come traduttrice giuridica. Sono molto appassionata di diritto e ho una naturale curiosità per la traduzione.
Credo di avere una buona base giuridica ma limitata a specifici settori e non ho nessuna tecnica di traduzione.
Ho appena acquistato il suo libro dove sono sicura troverò ulteriori informazioni. Nel frattempo volevo chiederle se sarebbe meglio frequentare un corso di tecniche di traduzione in generale oppure concentrarmi su un corso di traduzione giuridica.
Grazie mille!
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno,
Grazie per il Suo apprezzamento. La cosiddetta «tecnica di traduzione» non deve essere sopravvalutata. Certamente la traduzione ha le sue regole, ma difficilmente chi ha un minimo di propensione e pratica per la traduzione ne apprenderà grandi novità. Vi sono moltissimi, ottimi traduttori che non hanno frequentato alcun corso di tecnica della traduzione, ma hanno cultura generale, talento per la scrittura e un interesse specifico per la loro materia di specializzazione che compensano e spesso superano ciò che si può apprendere nei corsi di tecnica. Senz’altro potrebbe esserle utile apprendere l’uso degli strumenti traduzione assistita (Trados, MemoQ e simili), ma ciò si può fare con singole iniziative di formazione o anche in autonomia, se si ha un po’ di pratica con gli strumenti informatici. Mi sembrerebbe senz’altro preferibile che Lei approfondisse la materia di specializzazione, il diritto, e di farlo come materia in quanto tale, a monte delle questioni linguistiche. I «corsi di traduzione giuridica» sono generalmente molto concentrati sugli aspetti di traduzione e raramente trattano a sufficienza la materia giuridica per sé. Non è strettamente necessario che si laurei in legge, ha già un titolo universitario. La scelta di corsi di diritto a cui può assistere, anche via Internet, è molto ampia, soprattutto fuori dall’Italia. Dipende molto dai Suoi interessi e dalle Sue lingue di lavoro. Cordiali saluti e in bocca al lupo. LL
Karolina ha detto:
Buongiorno,
sono una studentessa al primo anno di Linguistica e Cinese in UK (che io sappia non c’è un percorso di laurea equivalente in Italia, quindi mi rendo conto sia difficile paragonare la mia situazione ad altre). Finiti i 4 anni che portano alla laurea, avevo intenzione di fare un GDL (Graduate Diploma in Law) sempre in UK, a cui si può accedere con una qualsiasi laurea e della durata di un anno. Al momento parlo 4 delle lingue dell’UE (tuttavia senza avere un background di terminologia giuridica in alcuna di esse, come potrá immaginare). Volevo sapere se potesse darmi la sua opinione sulla mia situazione: conviene interrompere il percorso scelto e tornare in Italia a fare una laurea in Giurisprudenza? O conviene invece proseguire il mio percorso sperando anche che un profilo diverso possa essere piú “competitivo”? In questo senso, i requisiti possono cambiare da paese a paese? Mi spiego meglio: in Italia non c’è la possibilitá che io sappia di fare un percorso di laurea “velocizzato”, quindi facendo il concorso in Italia mi aspetterei di essere in svantaggio. Facendolo in UK, dove ció invece é possibile, sarei alla pari con gli altri candidati?
In alternativa riterrebbe opportuno contattare qualcuno che lavora nel settore per avere delucidazioni sulla mia situazione? La ringrazio in anticipo sperando di non averLe rubato troppo tempo!
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno,
Come osserva Lei stessa, in Italia non vi sono percorsi di studio giuridico diversi dalla laurea in legge. Questa è senz’altro valida, ma per un traduttore può essere ridondante e inutilmente impegnativa. Se Lei si trova in un Paese dove può frequentare studi giuridici più agili, ritengo consigliabile approfittare di questa opportunità. Apprenderà intanto la logica del pensiero giuridico, che è ciò che veramente conta: a dispetto delle differenze tra i diversi ordinamenti nazionali, la forma mentis del giurista è largamente coincidente ed è quella che, per solito, manca ai traduttori. Avrà poi modo di approfondire le particolarità del diritto italiano (o di altri Paesi che Le interessano, visto lo spettro di lingue che conosce) separatamente, anche in modo autodidattico. Se si ha una buona base, è senz’altro possibile. Infine, sconsiglio di rientrare in Italia per frequentare un’università anche per le croniche inefficienze del sistema amministrativo e universitario italiano, che causano forte dispendio di energie, rispetto a più organizzate università o scuole estere. Cordiali saluti e in bocca al lupo. LL
Angela Sogor ha detto:
Salve Sg Luca. Sono una donna rumena che e cresciuta nel Regno Unito, come puoi immaginare parlo 3 lingue molto bene. Vorrei sapere se è possibile raccomandare qualsiasi tipo di corso in mio caso da prendere per un futuro come traduttore. Ho anche una laurea in management che penso che §non ha nulla a che fare con l’argomento. Grazie mille
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno,
In realtà, la laurea in management può esserle molto utile per avere una specializzazione nelle materie collegate alla direzione d’impresa. Non mi è possibile darle da qui indicazioni specifiche su corsi di traduzione, posso solo suggerirle di ricercare in Rete e affidarsi a enti di formazione che diano adeguate garanzie. Cordiali saluti. LL
Chiara ha detto:
Buongiorno Livio,
Sono laureata in legge e, dopo 18 mesi di pratica presso uno studio penale, mi sono abilitata alla professione forense lo scorso anno, pur non esercitandola attualmente.
Avendo fatto due esperienze Erasmus a Lisbona per un totale di circa due anni, comprendo bene la lingua portoghese. Non ho però attestati riconosciuti, se non un livello B2 certificato dalla Facoltà di lettere di Lisbona che è però abbastanza datato. Non ho alcuna esperienza come traduttrice, ma un grande interesse per il mondo della traduzione nato tra i banchi del liceo con le versioni di greco e latino. Secondo lei ci sono i presupposti per diventare, con l’impegno necessario, una traduttrice giuridica? E, qualora ritenesse di sì, saprebbe consigliarmi i primi passi per lei necessari (es. DIPLE) da intraprendere?
La ringrazio anticipatamente per l’attenzione.
Luca Lovisolo ha detto:
Ritengo senz’altro che Lei possa avere buone basi. Ai Suoi quesiti, simili a quelli di tanti altri traduttori, ho risposto nei commenti qui sopra. Cordiali saluti e in bocca al lupo. LL
Serena ha detto:
Salve! Sono laureata in lingue, ho vissuto otto anni a londra e ho lavorato come interprete e traduttrice. Adesso in italia vorrei informazioni su come diventare traduttrice di documenti legali, qual’e’ la strada migliore?
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno,
Trova molte indicazioni nell’articolo qui sopra e nelle risposte che ho già dato ai commenti, che pongono quesiti analogo al Suo. In sintesi, posso dirle che oggi è difficile farsi strada come traduttore giuridico e fatturare cifre accettabili se non si ha un’adeguata competenza giuridica, oltre a quella linguistica. Non è richiesta la preparazione che è richiesta per essere avvocati, naturalmente, ma è necessaria una preparazione di base che permetta di capire a fondo i testi e confrontarsi con le fonti (codici, leggi). Serve, perciò, un sincero interesse per la materia legale, a monte dell’interesse per le lingue. Le modalità per ottenere questa preparazione sono molte; oltre ai miei corsi, che trova su questo sito e che sono pensati specificamente per i traduttori, non avrà certo difficoltà a reperire buoni corsi di diritto, per avvicinarsi alla materia. Cordiali saluti. LL
Livio D'Alessio ha detto:
Buon pomeriggio,
sono studente presso un corso di laurea magistrale in Traduzione specialistica. Nel prossimo futuro vorrei, qualora ve ne fossa la possibilità, dedicarmi alla traduzione giuridica. Tuttavia, nella mia esperienza formativa, manco di una formazione giuridica. Fatto questo breve riassunto, quale passo mi consiglierebbe di fare?! Un percorso formativo come il master in traduzione giuridica, a suo parere è un buon mattone su cui fondare un’attività lavorativa oppure no?
La ringrazio in anticipo.
Saluti,
Livio D’Alessio
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno Livio,
Potrei facilmente suggerirle i miei corsi, che sono fatti apposta per l’esigenza che presenta Lei, ma non vorrei trasformare il Suo quesito in pubblicità. Il principio è questo: si procuri una buona formazione giuridica, non necessariamente approfondita come quella di un avvocato o di un giudice, ma sufficientemente solida per leggere e capire a fondo i testi giuridici e le loro implicazioni. Questa formazione deve essere indipendente da ogni considerazione linguistica: deve insegnarle a ragionare da giurista, e nient’altro. La scelta di corsi, anche in Rete, per ottenere questo risultato, è ampia. Cominci a imparare un ordinamento (ad esempio, quello del Suo Paese), non salti le tappe passando subito al diritto comparato, come alcuni pretendono: è impossibile fare diritto comparato se non si sa il diritto. Vedrà che su questa base acquisirà la necessaria sicurezza, non ci sono alternative o scorciatoie. I «master in traduzione giuridica» hanno quasi tutti lo stesso limite: restano troppo legati alle argomentazioni linguistiche e non insegnano a sufficienza le basi giuridiche. Rispondono, anche per esigenze commerciali, alle pretese di molti aspiranti traduttori che pensano sia possibile arrivare a fare traduzione legale senza un serio e autonomo confronto con la materia giuridica in quanto tale. Purtroppo, in genere sono compromessi poco soddisfacenti.
Le auguro il miglior successo
Cordiali saluti
LL
Elena ha detto:
Buongiorno, sono avvocato ma ho anche una formazione giuridico linguistica avendo conseguito un dottorato di in diritto privato comparato è dell UE e lavorato al Parlamento europeo di Bruxelles e presso l’Università di Notre Dame negli USA siamo come traduttrice che come ricercatore. Vorrei avviare una attività in proprio di servizi di traduzione legale o.comunque lavorare in questo settore ma non so da dove cominciare le chiedeo un aiuto in tal senso e la ringrazio .
Luca Lovisolo ha detto:
Gentile avv. Blandoni,
Sul mio libro «Tredici passi verso il lavoro di traduttore» (dettagli >qui) trova tutte le indicazioni necessarie. Attualmente è in ristampa, ma sarà nuovamente disponibile a breve. Per essere informata sulla disponibilità, può iscriversi al notiziario del mio blog, >qui. E’ acquistabile solo su questo sito. Le auguro il miglior successo. Cordiali saluti. LL
Tatiana Russo ha detto:
Buongiorno Luca.
Innanzitutto grazie per tutta l’informazione che ci hai dato in questo Blog. Non ho ancora letto tuo libro ma lo comprerò velocemente LOL
In mio caso, mi sono laureata come Giornalista e Avvocato in Venezuela, e ho fatto anche due post laurea in Diritti Umani e Relazioni Internazionali presso l’Università Centrale del Venezuela. Attualmente, ho fatto una domanda presso l’università di Nebrija in Spagna per fare l’omologazione della laurea in Giurisprudenza. Loro mi hanno risposto che mio caso è stato accettato e dovrei iniziare a studiare fino marzo del 2020.
Ho due anni studiando la lingua italiana e sono interessata a iscrivermi al ruolo dei Periti e degli esperti della Camara di Commercio di Milano e fare la domanda di iscrizione nella mia lingua di competenza (spagnolo).
Vorrei chiederti … In mio caso, dato che sono laureata fuori dall’U.E e ancora non ho conseguito l’omologazione della laurea in giurisprudenza non ci sono ostacoli per diventare traduttore giuridico in Italia? Dovrei fare anche un percorso nell’area linguistica diverso a quello che sto imparando nel corso d’italiano che attualmente seguo? o Dovrei sostenere alcun esame che accredita la conoscenza della lingua italiana?
Cosa mi consigli? Sono consapevole che il mondo delle traduzioni giuridiche è un mondo molto diverso di quello della traduzione convenzionale e che per farlo devo continuare ad imparare la vostra lingua e la terminologia giuridica italiana.
Grazie per la risposta che mi puoi dare
Saluti
Tatiana.
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno,
Non vedo ostacoli particolari sul piano formale. E’ senz’altro desiderabile che Lei possa attestare in qualche modo la Sua conoscenza della lingua italiana e approfondisca bene il linguaggio giuridico. Per sapere quali documenti servano allo scopo di iscriversi al ruolo dei periti esperti della Camera di commercio di Milano, ed eventualmente anche al Tribunale, si rivolga direttamente a questi enti. Ciascuno ha regole proprie. Cordiali saluti. LL
Daiana ha detto:
Buongiorno, sono laureata in Giurisprudenza, ho frequentato il liceo linguistico con conoscenza di due lingue, inglese e tedesco, secondo l’impostazione di un vecchio ordinamento. Al Goethe Institut ho ottenuto una certificazione di livello b2 in lingua tedesca. Da autodidatta mi sono dedicata allo studio della lingua araba, acquisendo un livello di conoscenza base ed imparando a scrivere bene. Ho svolto tirocinio forense presso uno studio e mi piacerebbe diventare traduttore giuridico. Come posso diventarlo? È necessario ottenere altre certificazioni riguardo le lingue o solamente frequentare un corso per traduttori? Inoltre, sarà arduo una volta conseguito ogni requisito farsi strada nel mondo del lavoro? Grazie
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno, ha senz’altro molte possibilità di riuscirci. In particolare, la competenza giuridica le dà un notevole vantaggio, nel settore della traduzione, dove purtroppo anche i traduttori che si propongono come «giuridici» molto raramente hanno una conoscenza reale della materia. A meno che non voglia fare traduzioni per i tribunali, non servono particolari iscrizioni o certificazioni. Trovare lavoro come traduttori non è più facile o difficile che in altri settori. Se combina bene le Sue competenze, credo che possa aprirsi diverse opportunità. Cordiali saluti. LL
Silvia ha detto:
Buongiorno Professore.
Ad Aprile prossimo conseguirò la laurea in Giurisprudenza. Ho delle abilità linguistiche in inglese, ma non ho certificazioni.
Vorrei intraprendere questo tipo di carriera e sono altamente motivata. Abito a Roma e non posso spostarmi a Milano.
Cosa mi consiglia? Dove potrei avere una formazione degna di nota in tal senso?
Grazie
Cordiali saluti
Luca Lovisolo ha detto:
Grazie per la Sua fiducia, ma cerco di evitare di consigliare scuole o corsi specifici. Tenga conto che con una laurea in giurisprudenza e buone abilità linguistiche ha già ottimi presupposti per avvicinarsi alla traduzione giuridica. Cordiali saluti. LL
Elsa ha detto:
Salve, a breve inizierò un corso di laurea in Mediazione Linguistica (comprende anche alcuni esami di diritto al secondo anno) inoltre dispongo di diverse certificazioni (C1 francese, B2 inglese, A2 tedesco) ho qualche possibilità di diventare traduttrice in ambito giuridico? Oppure è obbligatorio avere una laurea in giurisprudenza??
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno Elsa,
Non vi è alcun «obbligo» di laurea in giurisprudenza, ma è sempre più evidente che oggi è necessario avere una conoscenza molto approfondita del settore di specializzazione, se si vuole avviare una carriera come traduttori senza cadere nelle fasce di mercato meno redditizie. Mi riferisco a una competenza reale della materia, non solo terminologica e linguistica. Come consegue una tale preparazione, non è particolarmente importante, ma la clientela qualificata, quella in grado di conferire incarichi di traduzione giuridica effettivamente riconosciuti a livello professionale, si aspetta di dialogare con un traduttore esperto di diritto. Sinceramente, poiché Lei ha già delle certificazioni linguistiche, forse Le avrei suggerito di approfondire le lingue in altro modo e di iscriversi non a Mediazione linguistica, ma a Giurisprudenza. Potrei consigliarle i miei corsi, ma, vista la Sua giovane età, mi sembra preferibile che Lei cerchi di ottenere una preparazione giuridica universitaria (certo non bastano i pochi esami di diritto compresi in Mediazione), magari direttamente nella lingua straniera in cui vorrà lavorare. Provi a guardare i corsi di diritto offerti da università straniere, anche via Internet, forse riesce a seguirli parallelamente al corso di Mediazione linguistica, e valuti seriamente un periodo all’estero. Per lavorare come traduttori senza finire nella fascia dei «lavoretti,» che non è una professione, i presupposti richiesti oggi sono molto elevati. Le auguro il miglior successo. Cordiali saluti. LL
Vitor Visconti ha detto:
Buonasera Luca,
Sono un traduttore con quattro anni di esperienza (Inglese, Portoghese e Italiano), però non ho mai lavorato con testi giuridici e nemmeno ho una laurea per tradurre. Sono nato in Brasile e ho 30 anni, però andrò in Italia per riconoscere il mio diritto alla cittadinanza italiana e imparare l’italiano con scioltezza per poter lavorare con la traduzione dalla Vostra lingua. Penso sia inutile scrivere che questo non è facile e domanderà molto tempo ma ho tutta la volontà necessaria. Potrebbe indicarmi come fare?
Distinti saluti
Vitor Visconti
Luca Lovisolo ha detto:
Potrei consigliarle di approfittare del periodo che passerà in Italia per frequentare qualche corso dedicato alla traduzione, oppure nella materia in cui vorrà specializzarsi come traduttore. Non penso di poterle dire molto di più, molto dipende anche dalle Sue inclinazioni e intenzioni personali. Cordiali saluti. LL
Francesca ha detto:
Buonasera.
Sono un avvocato civilista italiano bilingue (Inglese). Però ho sempre avuto il pallino dell’interpretariato. Ho cercato qualche corso per traduttore giuridico ma vedo che danno – per la maggiore- nozioni di diritto (ho anche una buona conoscenza del common law). Quindi non saprei come sceglierlo. Secondo Lei per avvicinarsi a questo ramo professionalmente, la qualificazione “su carta” richiederebbe tempi lunghi? In base a quali criteri si sceglie un corso valido?Già riesco a tradurre testi giuridici in italiano, nella lingua passiva mi rimane più difficile perchè non ho una padronanza dell’inglese a livello “formale” (come non l’avevo in italiano quando mi sono laureata), non se se riesco a spiegarmi. La ringrazio e complimenti per l’elegante sito.
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno Francesca,
Grazie per il Suo apprezzamento verso il mio sito. Non capisco bene cosa intenda con «bilingue,» se Lei sia tale per ragioni personali o di famiglia oppure se si riferisce al fatto che lavora nelle due lingue. Quando si riferisce all’interpretariato, occorrerebbe sapere se pensa all’interpretariato simultaneo (in cabina), oppure a quello consecutivo o di trattativa, che di solito si svolge nei tribunali o nelle aziende. Il primo richiede una formazione specifica che può richiedere parecchio tempo, gli altri due normalmente possono essere svolti da ogni buon traduttore scritto. Per ragioni che senz’altro comprenderà non consiglio mai scuole specifiche. Posso suggerirle di ricercare qualche buon corso di Legal English, preferibilmente in Inghilterra. Sono corsi di lingua specificamente mirati al linguaggio giuridico. La aiuterà anche a superare le difficoltà di traduzione verso l’inglese, che è una abilità necessaria, anche se nel settore della traduzione si tende a pensare che si debba tradurre solo verso la propria lingua madre. Sperando di aver ben interpretato i Suoi quesiti, Le auguro il miglior successo. Cordiali saluti. LL
Hellen Pineda ha detto:
Salve,
Sono laureata in giurisprudenza in Guatemala dove si parla lingua spagnola, vorrei sapere come fare per diventare traduttrice in lingua italiana. Grazie.
Luca Lovisolo ha detto:
Non posso spiegarlo rispondendo a un commento! Trova molte indicazioni su questo blog, oppure, se vuole, sul mio manuale «Tredici passi verso il lavoro di traduttore» (informazioni >qui). In ogni caso, Le auguro il miglior successo. LL
Maria ha detto:
Buongiorno, vedo che è da molto che c’è questo articolo. Vivo in Italia da 7 anni. Sono laureata nel mio paese Ucraina in lingue. Ho fatto traduzioni giuridiche per il Vicariato di Roma ed e andata molto bene. Ma a loro serve solo ogni tanto, perché hanno cause da tutto il mondo. Ora, avendo avuto questa esperienza, che mi piace, come posso proseguire per fare questa attività? Grazie.
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno Maria,
E’ difficile darle consigli brevi, perché di fatto deve costruire una carriera come traduttrice, a quanto ho capito, da zero o quasi. Avere una laurea in lingue è un’ottima base di partenza. Se Le interessa la traduzione giuridica, dovrebbe acquisire innanzitutto competenze giuridiche: so che può sembrare un consiglio interessato, ma potrebbe considerare di iscriversi al mio corso «Il diritto per tradurre» (informazioni >qui). Da settembre riprenderanno i seminari gratuiti, se vuole conoscere meglio i corsi di prima di iscriversi. In alternativa può pensare a una laurea breve in legge o ad altre iniziative che le permettano di raggiungere una buona conoscenza del diritto. Oggi bisogna avere una conoscenza effettiva della materia in cui si traduce, non basta più tradurre conoscendo solo parole e terminologie. Se poi vuole apprendere a usare gli strumenti di traduzione assistita o altri aspetti del mestiere, ci sono moltissimi corsi offerti dalle scuole più disparate, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Ho raccolto tutti i consigli che posso dare a chi vuole iniziare una carriera come traduttore nel libro «Tredici passi verso i lavoro di traduttore» (informazioni >qui). Anche in questo caso, scusi l’indicazione… interessata, ma il libro non costa molto e contiene tutte le indicazioni che posso dare a chi comincia. In bocca al lupo!
Anna ha detto:
Buongiorno,
Sono laureata in Lingue e letterature straniere moderne e ora sto frequentando il corso di Laurea magistrale in Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale, specializzandomi in diritto penale internazionale e delle migrazioni. La mia università sta proponendo un corso di Mediatore e traduttore in ambito giuridico della durata di tre mesi, ma avrei alcune domande in merito. Con la mia esperienza formativa, il corso è sufficiente per intraprendere la strada del traduttore giuridico? In Italia, che ruolo ricopre questa figura? Ho letto che non si può parlare di «impiego» vero e proprio, ma che si tratta più di un lavoro saltuario, a chiamata, senza un posto fisso in Tribunale o in uno studio legale. La mia paura è quella di non trovare lavoro al termine del corso stesso e quindi dedicarmi a questo corso inutilmente. Premetto che si tratta di un corso in cui si studierà lingua e traduzione, psicopedagogia, diritto penale e costituzionale. La ringrazio.
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno Anna,
La professione di traduttore si svolge più comunemente come attività in proprio, perciò la continuità del lavoro dipende da come Lei riesce a farsi strada sul Suo mercato. Per quanto riguarda le possibilità di lavoro subordinato, non posso escludere che vi siano studi legali, soprattutto di grandi dimensioni, che assumano stabilmente traduttori giuridici, anche se mi sembra più raro che ciò avvenga in Italia, dove i grandi studi organizzati non sono diffusi quanto in altri Paesi. Non risulta, invece, che esitano Tribunali che assumano stabilmente traduttori. Dai giudici – forse è a questo che si riferiscono le Sue informazioni – si viene chiamati al momento del bisogno e spesso il compenso economico non è proporzionato alla prestazione. Sul corso di cui mi parla non posso fare valutazioni specifiche: posso solo dirle che il limite di tutti i traduttori che escono da corsi e facoltà con nomi simili a quelli che Lei cita (spesso più roboanti nel nome che nella sostanza) manifestano in generale delle carenze proprio nella preparazione giuridica, poiché le lezioni si concentrano troppo sugli aspetti linguistici o su altre materie senz’altro interessanti, ma di scarsa rilevanza concreta. A prescindere dal nome della laurea, senza una solida formazione in diritto è già oggi difficile, e lo sarà sempre più in futuro, farsi strada come traduttori giuridici. Il rischio è proprio quello di cadere nell’insoddisfazione dei lavori saltuari e malpagati. Verifichi attentamente, perciò, qual è il contenuto del corso che vorrebbe frequentare. Se davvero intende lavorare nel settore giuridico come traduttrice, non escluda, se ne ha l’opportunità, di conseguire una laurea triennale in legge, ad esempio. Se conoscerà bene la materia, oltre alla lingua, sarà enormemente facilitata in tutto il resto. Cordiali saluti e in bocca al lupo. LL
Silvia ha detto:
Buongiorno,
Sono laureata in scienze giuridiche. Prima dell’università ho frequentato il liceo linguistico, apprendendo tre lingue straniere. Con tali competenze, anche sostenendo eventualmente esami di lingue riconosciuti a livello europeo, è possibile trovare un impiego come traduttore giuridico? Grazie!
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno Silvia. La Sua base è senz’altro buona e Le permette un notevole vantaggio competitivo sulla grande maggioranza dei traduttori, che, se anche praticano la traduzione giuridica, ben di rado hanno una reale formazione in questa materia. Le consiglio senz’altro di conseguire qualche titolo linguistico più elevato del liceo: i certificati emessi dagli istituti di cultura dei vari Paesi (Cervantes, Goethe-Institut e simili) possono andare benissimo, cerchi di ottenere il grado più elevato possibile. Consideri che la capacità di tradurre presuppone in ogni caso una certa dose di talento naturale, non surrogabile dai percorsi di studio. Per quanto riguarda il lavoro, lei parla di “impiego:” non è impossibile trovare impiego come dipendenti, ma è più comune che il traduttore sia un libero professionista. Nel primo caso, può semplicemente inviare curriculum ad aziende o studi legali; nel secondo, si tratta di costruire una professione come un’altra, con tutti i rischi e opportunità del caso. Tra i molti testi che possono guidarla verso questo obiettivo, le segnalo anche il mio “Tredici passi verso il lavoro di traduttore” (>qui). Cordiali saluti e in bocca al lupo! LL
Victoria ha detto:
Buongiorno, a distanza di anni mi ritrovo a farle domande sullo stesso articolo, che risulta più che mai attuale. A differenza di molte persone che le hanno scritto, io non sono laureata in discipline giuridiche, ma in Mediazione Linguistica e Culturale, e a breve sosterrò un Master di Traduzione Specialistica en>ita presso l’ Università di Pisa, ed i domini che ho scelto son appunto economia e diritto. Dunque non credo di avere problemi inerenti al percorso studi, quello che non capisco è la parte pratica, ovvero: una volta terminati gli studi, come dovrò procedere per diventare traduttore giuridico? Dovrò iscrivermi a qualche albo? MI presento in tribunale direttamente o dai privati (avvocati)? E soprattutto, per questo lavoro è necessaria la P.I. ? Ed infine, è vero che si può collaborare solo con un Tribunale, e dunque, non con più città o regioni? (La mia domanda è lecita in quanto vivo in Sardegna, i tribunali sono pochi e le figure di traduttori giuridici sono molto poche, per questo credo di poter avere maggiori speranze)
Col tempo avrò sicuramente molte altre domande da farle, nel frattempo leggerò i suoi articoli e guide, e se ha qualche libro da consigliarmi le sarò grata! Nel frattempo la ringrazio. MV
Luca Lovisolo ha detto:
Gentile Victoria,
Per avviare la professione non è necessario iscriversi al alcun albo. Se desidera collaborare con i Tribunali e fare traduzioni asseverate, come le si definisce in Italia, deve però seguire le indicazioni che ciascun Tribunale saprà darle in merito, poiché la regolamentazione può variare sensibilmente da luogo a luogo. Quanto alla necessità di aprire la partita IVA, Le consiglio vivamente di rivolgersi a un commercialista italiano, presentando il Suo caso. Fino a una certa soglia è possibile, in Italia, lavorare senza, ma è bene che Lei si lasci consigliare da un esperto che valuti nel complesso la Sua situazione reddituale e contributiva. Per tutto il resto, avviare una professione di traduttore non è diverso dall’avviare qualunque altra: poiché mi chiede l’indicazione di un libro, ho raccolto indicazioni e suggerimenti per avviare la professione di traduttore nel libro «Tredici passi verso il lavoro di traduttore.» Trova maggiori indicazioni >cliccando qui. Cordiali saluti
Giuseppe ha detto:
Buongiorno, mi chiamo Giuseppe, mi sono appena laureato in giurisprudenza e vorrei diventare traduttore giuridico. Ho un’ottima conoscenza della lingua inglese e tuttavia nessun titolo che lo attesti. Come mi consiglia di muovermi? C’è, tra i corsi che Archomai propone,qualcuno che faccia al caso mio? Grazie in anticipo.
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno Giuseppe, con una laurea in giurisprudenza e una buona conoscenza della lingua inglese ha compiuto gran parte del cammino per diventare traduttore giuridico, se assistito da un po’ di talento. Non credo che Le siano utili i corsi di Archomai, perché sono corsi di diritto, perciò non farebbe che duplicare ciò che ha già appreso all’Università. Non è strettamente necessario un titolo che attesti la conoscenza della lingua, ma è utile averlo. Potrebbe conseguire un titolo emesso da un istituto di cultura (ad esempio, il British Council) o altre scuole che abbiano una certa credibilità, oppure iscriversi a uno dei tanti corsi di Legal English che si tengono direttamente in Inghilterra. Avrà poi bisogno di qualche indicazione su tecniche e strumenti di traduzione. Per questo può trovare consigli sulla guida «Tredici passi verso il lavoro di traduttore» (https://www.lucalovisolo.ch/libri/diventare-traduttore-freelance). Sul mercato trova poi molti corsi di traduzione giuridica, l’offerta è molto varia. Se Le servono indicazioni più precise provi a scrivermi in privato usando il formulario di contatto di questo sito. Cordiali saluti e in bocca al lupo. LL
Lara Innesti ha detto:
Gentile Sig. Lovisolo,
come si fa ad acquisire esperienza come traduttori in campo giuridico con un background formativo non necessariamente di settore (nel mio caso, una laurea in diplomazia e una in traduzione tecnica)? Gli studi legali fanno ricorso a traduttori freelance in caso di bisogno? Mi chiedo se sia una buona idea o piuttosto una perdita di tempo inviare curriculum a tappeto a studi legali vari…c’è un modo di sapere quali tra i tanti svolgano più spesso pratiche internazionali? La ringrazio molto per i preziosi spunti che sono i Suoi commenti.
Saluti,
Lara
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno Lara, Grazie per il Suo apprezzamento. Il Suo quesito può essere utile a molti. Ho risposto in forma di articolo >qui. Cordiali saluti
Monika ha detto:
Salve,
sono bilingue (italiano-polacco) e ho appena conseguito una laurea in mediazione linguistica culturale avendo studiato la lingua e la traduzione dell’inglese e del portoghese. Volevo sapere, non avendo alcuna esperienza lavorativa in quest’ambito e non avendo conseguito una laurea in giurisprudenza (se non qualche conoscenza del diritto studiato al liceo), come posso procedere per svolgere l’attività del traduttore giuridico, giurato o legale? Invece riguardo ai traduttori chiamati “periti esperti”? Questo quesito è rivolto sia nel caso di voler tradurre italiano-polacco e viceversa (le due lingue madri), sia per portoghese-italiano.
La ringrazio in anticipo in attesa del suo riscontro.
Luca Lovisolo ha detto:
Gentile Monika,
Bisogna distinguere le due situazioni. Essere traduttore giuridico significa essere specializzati nella traduzione di testi legali. Oggi è estremamente difficile ottenere riconoscimenti economici e professionali adeguati in questo ruolo, se non si hanno effettive competenze giuridiche, che si possono acquisire in molti modi, non necessariamente solo con la classica laurea in legge. Le consigliere perciò di costruirsi prima una solida competenza nella materia. Per quanto riguarda il traduttore giurato (figura che esiste in alcuni Paesi, ma in altri, come l’Italia o la Svizzera, no) e il «perito esperto,» si tratta di ruoli connessi allo svolgimento di perizie o di traduzioni e interpretariati nell’ambito delle Camere di commercio o in procedimenti giudiziari: trova informazioni di dettaglio in >questi articoli. A dipendenza del Paese in cui si trova, è preferibile rivolgersi direttamente al Tribunale più vicino, per ottenere le informazioni sulle procedure e sui titoli richiesti, che possono variare non solo da un Paese all’altro, ma anche da una città o regione all’altra. Cordiali saluti. LL
Elisabetta ha detto:
Salve, sono una donna di 42 anni laureata in giurisprudenza e con un’esperienza lavorativa di 8 anni in studi legali come collaboratrice.
Ho una buona conoscenza della lingua inglese. Cosa dovrei fare per intraprendere la strada della traduttrice giuridica? Ho delle possibilità?
Grazie
Luca Lovisolo ha detto:
Gentile signora,
Pur non potendo giudicare nel dettaglio, credo che Le serva un perfezionamento della lingua, che può svolgere anche presso un istituto di cultura inglese (es. British Council), che Le permette anche di ottenere un titolo di studio che gode di un certo prestigio, pur non essendo universitario. Potrebbe poi esserle utile frequentare qualche corso sulla tecnica di traduzione, a dipendenza del tipo di incarichi che tratterà. Nel settore giuridico, come sempre più anche in altri, il dominio della materia (nel Suo caso, il diritto) conta ormai molto di più di tanti aspetti meramente accademici. In bocca al lupo! LL
Beatrice ha detto:
Salve, sono diplomata al liceo linguistico e da poco sono diventata avvocato dopo una laurea in giurisprudenza europea e transnazionale. Vorrei specializzarmi in traduzione giuridica, ma sono incerta su come muovermi. Lei cosa mi consiglierebbe? Corso di traduzione? Diploma di lingua giuridica? Grazie e buone feste!
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno Beatrice,
E’ molto difficile dare una risposta senza conoscere maggiori dettagli. I Suoi presupposti sono senz’altro buoni, potrei consigliarle di frequentare qualcuno dei molti corsi oggi esistenti sulla tecnica di traduzione e sull’uso dei software in uso del settore, ma molto dipende dalle Sue attitudini e dal Suo talento per la traduzione. Cordiali saluti. L.L.
Beatrice ha detto:
Grazie per la risposta!
Diego ha detto:
Buongiorno,
mi sono imbattuto nel Suo interessante sito. Sono un traduttore tecnico laureato in traduzione con 4 anni di esperienza alle spalle come traduttore freelance. Ho intenzione di avviare una specializzazione in ambito giuridico o economico. Sto valutando varie offerte di diversi enti sia in Italia, sia in Germania che in Svizzera. Mi interessa molto il linguaggio finanziario, ma non escludo assolutamente una specializzazione in Fachsprache Recht. Potrebbe darmi dei consigli? La ringrazio comunque per qualsiasi risposta.
Luca Lovisolo ha detto:
Gentile Diego,
grazie per il Suo apprezzamento. Tutto sta a capire qual è il peso che Lei vuole dare alla Sua nuova specializzazione. Restare un traduttore tecnico ma saper tradurre con maggiore consapevolezza testi giuridici o economici, oppure fare del diritto o dell’economia una specializzazione verticale esclusiva (o quasi) per affrontare testi di forte impegno.
Nel primo caso, so di darle un consiglio interessato, ma… mi permetto di segnalarle il mio programma «Il diritto per tradurre», che trova descritto >qui. E’ pensato per traduttori che desiderano affrontare con maggiore consapevolezza i testi giuridici più comuni, dai contratti agli atti giudiziari, ma restando legati al loro profilo individuale.
Nel secondo caso, in una situazione di mercato come quella di oggi, ciò che posso consigliarle è pensare seriamente a un corso di laurea breve in diritto o in economia. Nei Paesi di lingua tedesca esiste un interessante percorso di «diritto ed economia» (Wirtschaftsrecht) che potrebbe fare al caso Suo.
Non dubito che i percorsi specialistici delle scuole e facoltà per traduttori siano molto buoni, ma se chiede la mia opinione, osservo che i traduttori che ne escono sono ancora troppo legati all’elemento linguistico. Conseguire una seconda laurea nella materia di specializzazione può essere gravoso, ma se desidera davvero affrontare il settore all’altezza delle esigenze di mercato e saper discutere alla pari con chi lavora in ambito giuridico o economico e potrebbe diventare Suo cliente, non vedo molte alternative.
Spero di averle dato qualche utile indicazione e Le auguro il miglior successo! LL
Natalija ha detto:
Buongiorno,
Sono giurista linguista (spesso traduco i documenti giuridici dall’italiano verso lituano (la mia madrelingua). Adesso sono in ricerca del corso d’italiano giuridico per i stranieri. Mi può dare indicazioni a questo riguardo?
Grazie
Luca Lovisolo ha detto:
Naturalmente Le consiglio i corsi dei programmi >Il diritto per tradurre e >Capire l’attualità internazionale!
Paola ha detto:
Buonasera,
la mia professione è quella di avvocato e mi occupo anche di traduzioni giuridiche dallo spagnolo (dove ho conseguito la seconda laurea in diritto) e dall’inglese. Per ora l’ho fatto collaborando con un traduttore già avviato ma ora voglio gestire l’attività in prima persona. Ho acquistato il suo libro, per il quale mi complimento, e ho scritto una bozza di cv tutto in una pagina e devo dire piuttosto sintetico ma che mette in risalto ciò che offro. La domanda è questa: ricercando su internet ho notato che tutti i cv dei traduttori sono….lunghissimi! Insomma non vorrei sbagliare la presentazione. Il dubbio è sulla parte delle esperienze professionali ove mi limito a mettere in risalto la recente e fare un sunto dei 10 anni precedenti.
Grazie in anticipo e cordiali saluti!
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno, trova una risposta >qui.
Janine ha detto:
Buongiorno,
io sono studentessa di discipline giuridiche, corso di giurista linguista. La mia formazione è di 3 anni e mi dà una solida base di conoscenze giuridiche più che linguistiche. Il mio obiettivo – diventare traduttore giuridico italiano-bulgaro (la mia lingua madre). Il mio dubbio è come continuare la mia formazione dopo i 3 anni della laurea. Mi potrebbe forse aiutare un master in diritto/giurisprudenza (internazionale) in Bulgaria? Per ora avrei la possibilità di aiutare con le traduzioni in uno studio legale che ha relazioni con Bulgaria, come uno stage.
Vorrei inoltre ringraziare per le utilissime informazioni che ho letto sul sito!
Cordiali saluti!
Luca Lovisolo ha detto:
Lei ha già tutto! Se riesce a fare un corso in Bulgaria per essere aggiornata su terminologia, leggi e procedure, non perda l’occasione. L’esperienza nello studio legale inoltre sarà preziosissima. Piuttosto che continuare solo a studiare, poiché ha già un’ottima base inizi a lavorare e mantenga sempre aperta la possibilità di fare formazione continua. Per il resto… in bocca al lupo! L
Ale ha detto:
Buonasera, sono una ragazza laureata in giurisprudenza ed economia aziendale in Spagna, madrelingua spagnola ed abito in Italia da oltre otto anni. Ho diversi titoli di studio post laurea, come ad esempio, dei master, un titolo di specialista in professioni legali, un titolo di dottorato in scienze giuridiche rilasciato da un’università italiana ed un altro dello stesso livello rilasciato da un’università spagnola. Come potrei fare per diventare un traduttore giuridico? Dove potrei trovare delle opportunità di lavoro e quali sarebbero dei passi da seguire? La ringrazio in anticipo per la Sua risposta.
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno,
Su questo sito trova già moltissime indicazioni, nelle rubriche dedicate ai traduttori. So di darle un consiglio un po’ interessato, ma… nella mia guida «Tredici passi verso il lavoro di traduttore» concentro tutto ciò che posso consigliare a chi vuole intraprendere questa strada. Trova più dettagli sul libro su >questa pagina e può acquistarlo comodamente su Amazon. In bocca al lupo!
Nicoletta ha detto:
Sono a Frauenfeld , in Svizzera.
E’ possibile lavorare conoscendo la lingua rumena e la lingua italiana?
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno,
Soprattutto per agenzie, si può lavorare un po’ ovunque, qualunque lingua si offra. Dipende dalla Sua preparazione e dal Suo curriculum. Provi a prendere contatto con le agenzie di traduzione della Sua zona, le trova facilmente via Internet (www.local.ch, ad esempio). Cordiali saluti.
Mario ha detto:
Quanto guadagna mediamente un traduttore giuridico?
Luca Lovisolo ha detto:
Se è bravo e adeguatamente preparato, guadagna normalmente di più di altri traduttori e non meno di professionisti di altri settori. Ciò premesso, chiedersi «quanto si guadagna» non sembra il modo migliore per scegliersi una professione.
Eleonora ha detto:
Salve,
Sono laureata presso l’università di Zurigo e sono bilingue (tedesco-italiano). Quali sono le mie possibilità per lavorare come traduttrice giuridica? Grazie
Luca Lovisolo ha detto:
Di sicuro molto buone! Per muovere i primi passi mi permetto di consigliarle la mia guida «Tredici passi verso il lavoro di traduttore.» Trova i dettagli >cliccando qui.
Laura ha detto:
Buonasera,
per quanto riguarda la specializzazione in traduzione giuridica, per la combinazione EN>IT è meglio rivolgersi agli studi di avvocati all’estero nei paesi angloamericani oppure è il caso di imparare a tradurre IT>EN almeno in questo ambito per rivolgersi agli studi di avvocati italiani? Non penso che gli studi di avvocati italiani vogliano le traduzioni EN>IT.
Mi può dare delucidazioni a questo riguardo?
Grazie.
Laura
Luca Lovisolo ha detto:
Buongiorno. Si dovrebbe tradurre solo verso la propria madrelingua, ma nel settore giuridico accade spesso di dover tradurre anche verso la lingua passiva, cosa che si può fare, però, solo se si ha una solida pratica della lingua stessa e della materia. La conoscenza della lingua presso i normali studi legali italiani è piuttosto limitata, perciò non è affatto escluso che gli avvocati abbiano bisogno di traduzioni dall’inglese. Questo poi non è il solo criterio da adottare: anche i professionisti che sanno le lingue si rivolgono ai traduttori, semplicemente perché non hanno tempo di tradurre. Sia gli studi legali in Italia sia quelli nei Paesi anglosassoni sono validi interlocutori, se sta pensando di candidarsi. Non conosco la Sua formazione, ma tenga conto che tra il sistema giuridico europeo continentale e quello dei Paesi anglosassoni (Common law) esistono forti differenze di concezione. Forse dico una cosa inutile, in questo caso me ne scuso, ma si accerti di candidarsi solo in quei Paesi dei quali conosce la cultura giuridica, oltre che la lingua. Fra Inghilterra e Stati Uniti, ad esempio, pur restando in ambito anglofono, vi sono differenze importanti. Saluti. L
Kevin ha detto:
Vorrei diventare traduttore giuridico, presto mi laureerò in giurisprudenza a Napoli e vorrei capire come si fa per diventare traduttore. Grazie.
Luca Lovisolo ha detto:
Con una laurea in giurisprudenza ha senz’altro un’ottima base per volgersi alla professione di traduttore giuridico. Se non lo ha già fatto, consegua un titolo di conoscenza linguistica (ad esempio di quelli emessi dagli istituti nazionali di lingua e cultura come il British Council o il Goethe-Institut). Per apprendere le tecniche di traduzione in generale e, in particolare, della traduzione giuridica, a quel punto potrebbe bastare la frequenza di uno dei molti corsi brevi di traduzione organizzati da molte scuole per interpreti e traduttori. Consiglio anche a Lei di non sopravvalutare i titoli di studio, ma di fare esperienze reali, ad esempio fare praticantato in qualche studio legale internazionale, dove confrontarsi con casi concreti. In bocca al lupo!